GATEKEEPER

Di seguito riportiamo, l’articolo introduttivo del nostro appuntamento mensile, che esamina, attraverso un’interpretazione divulgativa, utilizzando alcuni riferimenti storici, le situazioni ed i temi, che attualmente si stanno affrontando in tutti i settori dell’economia, del sociale, della sanità ed in particolare della politica, con una serie di proposte, soluzioni ed alternative per fronteggiare difficoltà e problemi impellenti, con i quali stiamo da tempo convivendo. Nella storia e nella cultura abbiamo esempi emblematici dei passaggi esistenziali, rappresentati anche da figure mitiche e personaggi memorabili, che accompagnano nell’immaginario collettivo le trasformazioni, i mutamenti esteriori ed interiori dell’individuo. L’invito è allora di dare uno sguardo, avviando un percorso ed un esercizio di riflessione, che vada oltre le righe per trovare una possibilità, un passaggio, un varco possibile e positivo per voltare pagina. Buona lettura! (La Redazione).

GATEKEEPER

Il guardiano della soglia

Foto da Areopago

Il termine “gatekeeper”, che significa “custode del cancello”  è molto usato in questo periodo, soprattutto nel mondo della politica.

E’ utilizzato per definire negativamente figure, partiti, movimenti, organizzazioni in grado di raccogliere la protesta, il profondo malcontento della gente, al fine di blandire gli animi promettendo soluzioni.

Con questa strategia, si cerca di neutralizzare le energie del dissenso, distraendo il pensiero dalla ricerca di vere soluzioni per risolvere i problemi.

In questa veste, il gatekeeper opera per convincere i propri interlocutori che i loro problemi sono accolti e verranno risolti.

In tal modo, il pubblico viene distolto dall’”entrare nel cancello”, cioè, dal “varcare la soglia” di una vera coscienza dei problemi, cosa che renderebbe la protesta costruttiva.

Un potente esempio per comprendere la sottigliezza con cui opera questo sistema è offerto dal film “Quarto potere” di Orson Welles.

Ormai lo sappiamo tutti: i mezzi di informazione e comunicazione hanno un potere immenso sulle masse e le possono condizionare e guidare, distraendo o attraendo l’attenzione su temi e problemi, secondo convenienza, in modo anche non troppo nascosto.

Tutte queste considerazioni possono avvelenarci, ma possono anche portarci su altri piani di pensiero.

Con il termine di Guardiano della soglia, infatti, si può toccare uno dei misteri più alti della spiritualità.

Nella nostra vita, in fondo, non facciamo altro che “varcare soglie”.

Fin da bambini, il nostro compito è varcare soglie di crescita, di evoluzione fisica, mentale, psicologica, materiale, spirituale.  

Si tratta di “passaggi” che ci accompagnano sempre, fino all’età più matura.

Non a caso, nei miti, come nelle favole, ci sono spesso mostri, draghi, nemici da sconfiggere per giungere alla propria meta.

Così è la Sfinge, il guardiano che nega l’accesso a piani superiori di coscienza fino a quando non siamo pronti a sciogliere i suoi enigmi.

Come suggerisce la figura del Drago nel simbolismo medievale, il guardiano forse non è altro che il nostro sé inferiore.

Questo intuisce Dante, che nella Divina Commedia incontra le tre fiere all’inizio del suo viaggio: l’uomo non vede le sue qualità vere finché è attaccato alla sua natura inferiore.

Foto da Ravenna today

Succede però che nella vita di ciascuno si aprano momenti di crisi:

“Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita”.

Crisi è una parola molto bella: significa “scelta, decisione”.

Entrare in crisi è probabilmente un segnale necessario per procedere all’elevazione della propria coscienza.

Ed è allora che il guardiano della soglia entra in azione, ci distoglie, ci distrae, ci impaurisce, tenta di neutralizzare la potenza del momento usando mezzi di grande sottigliezza.

Foto da Bookabook

I momenti di crisi sono dunque anche soglie da varcare.

Questi momenti costituiscono le tappe eroiche della nostra vita e ci addestrano anche a non soccombere di fronte ai tentativi di manipolazione cui siamo quotidianamente soggetti.

Come sempre, la sapienza millenaria può aiutarci, ci soccorre di fronte a termini che sembrano appena coniati, mentre non c’è nulla di nuovo sotto il sole.

di Maria Cristina Zitelli