Favoloso Calvino. Il mondo come opera d’arte

Nel mese in cui ricorre la giornata internazionale contro la violenza sulle donne con innumerevoli iniziative, che sono state organizzate per ricordare e ribadire la necessità di contrastare un fenomeno sempre più dilagante, avviamo questo numero con una proposta di lettura, che non vuole andare contro corrente, ma essere una proposta alternativa, che offra un messaggio positivo e di speranza. Di seguito pubblichiamo un articolo culturale, relativo ad un grande scrittore, che con le sue mirabili opere continua a rappresentare un mondo onirico, nel quale immergersi per scoprire immagini e parole fantastiche e ritrovare un mondo interiore e personale infantile. Un orizzonte di fiabesca immaginazione per lanciare un messaggio ideale e concreto nello stesso tempo, quale possibile antinomia alle troppe “brutture” esistenziali, che i nostri occhi purtroppo quotidianamente devono osservare e percepire come guerre, violenze, aggressioni, etc. La poesia della vita, colta dallo sguardo di un adulto attraverso la trasparenza e la semplicità espressiva di un bambino, la descrizione di un mondo immaginario, in una sintesi così espressa dallo scrittore: ”Cercavo una nuova immagine del mondo, che desse un senso a questo nostro grigiore e valesse tutta la Bellezza che si perdeva, salvandola…Una nuova faccia del mondo” (Italo Calvino, Gli amori difficili). Un pensiero di un’efficacia ed attualità disarmante, che fa riflettere. (La Redazione)

Favoloso Calvino. Il mondo come opera d’arte

Italo Calvino (foto da Finestre sull’Arte)

A cento anni dalla sua nascita, in questi giorni si celebra a Roma Italo Calvino con una mostra da non perdere: “Favoloso Calvino. Il mondo come opera d’arte. Carpaccio, De Chirico, Gnoli, Melotti e gli altri”.

La mostra si tiene presso le Scuderie del Quirinale, dal 13 ottobre 2023 al 4 febbraio 2024 ed è curata da Mario Barenghi, docente di Letteratura Italiana Contemporanea presso l’Università di Milano Bicocca e tra i massimi studiosi dell’opera dello scrittore.

L’immaginario visivo di Italo Calvino

Ecco una stupenda occasione per penetrare nell’immaginario visivo di Italo Calvino, scrittore tra i più importanti del ‘900 e tra questi il più tradotto al mondo.

Nato il 15 ottobre 1923 a Santiago de las Vegas, a Cuba, da genitori italiani e morto a Siena, Il 6 settembre 1985, all’età di sessantun anni, Calvino si è misurato con vocazioni e temi diversi, come il neorealismo degli scritti iniziali e il tono allegorico e fiabesco della produzione più matura.

La chiave sperimentale ha guidato senza pregiudizi lo scrittore alla ricerca di linguaggi nuovi e suggestivi, tra ironia e toni lirici, alla ricerca del senso ultimo dell’esistenza umana.

La mostra esibisce oltre quattrocento opere: codici miniati medievali, arazzi, armature, opere rinascimentali e moderne, fotografie e ritratti di autori, per esplorare la ricca e diversificata opera di Calvino, evocandone il forte legame con le arti.

Per Italo Calvino “il cervello comincia dall’occhio”: se c’è un’immagine che lo colpisce, questa “gira per la testa” ed è capace di seguirlo anche per anni, come potenziale liquido amniotico da cui potrà emergere una storia dagli sviluppi inattesi.

La sua curiosità è stata definita investigativa, la sua fantasia è capace di proiettarsi verso il futuro dando voce alle istanze più profonde della coscienza contemporanea.

Di sezione in sezione

La mostra si dipana, di sezione in sezione, seguendo un percorso cronologico nonché un’articolazione tematica dovuta alla frequente sovrapposizione di filoni diversi che Calvino seguiva spesso contemporaneamente, creando una produzione non facilmente riconducibile a una stretta successione cronologica.

Altamente suggestivo è il senso di sfida che sostiene l’intera esposizione: guidare il visitatore nei sentieri di uno scrittore così significativo attraverso un itinerario visivo.

L’installazione di Eva Jospin Forêt Palatine ci regala l’immagine della foresta, evocativa dell’intera, multiforme e viva produzione dell’autore.

Trova posto tra le sezioni iniziali l’attività dei genitori di Calvino nei campi della botanica, della floricoltura e dell’agronomia, come testimonianza di una matrice squisitamente calviniana.

Matrici calviniane altrettanto importanti sono rappresentate in mostra dalla militanza politica, dall’attrazione per la dimensione fiabesca, per l’astronomia, la geografia, la cartografia, per i racconti cosmicomici.

Muovendosi tra realtà e fiaba, la fantasia pensante di Calvino si manifesta suggestivamente nell’Arazzo Millefiori, uno dei gioielli artistici di Pistoia, capolavoro dell’arte rinascimentale che evoca i personaggi degli avventurosi romanzi cavallereschi.

Inequivocabili riferimenti alla contemporaneità spirano dalle immagini della Torino industriale qui esposte.

Altra forte suggestione ci cattura con l’armatura quattrocentesca prestata dal Kunsthistorisches Museum di Vienna, come ideale fonte fantastica delle invenzioni calviniane.

C’è poi la sezione dedicata alle fiabe, con la raccolta Fiabe italiane del 1956; e ancora la sezione dedicata ai racconti cosmicomici, con straordinari pezzi come la mappa lunare di Gian Domenico Cassini e la rappresentazione del Mediterraneo del trecentista Opicino de Canistris, di cui Calvino parla nella raccolta Collezione di sabbia.

Meravigliosi i Tarocchi Quattrocenteschi prestati dall’Accademia di Carrara; notevolissima la grande tela con il San Giorgio del Carpaccio, figura estremamente significativa per Calvino.

Vittore Carpaccio, San Giorgio che uccide il drago (foto da èNordest)

“Il castello dei destini incrociati” e “Le città invisibili” riecheggiano in altrettante sezioni, in cui sono esposte le città di De Chirico e di Borbottoni, le pietre di Magnelli, la grande scacchiera di Enrico Baj.

Con il romanzo “Se una notte d’inverno un viaggiatore” e tutti i nuovi progetti mai realizzati si entra nell’ultima sezione, dove lo sguardo di Calvino emana dall’opera di Giulio Paolini concepita appositamente per questa occasione, come filo conduttore della mostra.

Palomar

Usciti dalle Scuderie del Quirinale, lungo via XXIV Maggio nelle ore serali brilla Palomar, l’opera di luce che Giulio Paolini ha dedicato nel 1998 a Italo Calvino e al suo doppio, Palomar appunto, funambolo nel cosmo celeste.

L’opera è stata prestata dalla Fondazione Torino Musei e dal Comune di Torino, con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale con il supporto tecnico di Areti, società del Gruppo ACEA.

(foto da La Stampa)

di Maria Cristina Zitelli