Continuità istituzionale nel Regno Unito: “The Queen is dead, long live the King!”

Il 6 febbraio 1952, Elizabeth Alexandra Mary Windsor diventava Regina d’Inghilterra succedendo a suo padre Re Giorgio VI. Elisabetta II è scomparsa dopo Settanta anni di Regno: “viva il Re Carlo III”. Così va la continuità della Monarchia nel Regno Unito. Il Regno di Elisabetta, che l’8 settembre 2015, batteva il record di longevità della Regina Vittoria, al potere tra il 1837 e il 1901, racchiude sei o sette generazioni, dalla Seconda Guerra mondiale all’epoca dell’iPhone.

Nonostante le crisi economiche e sociali che hanno attraversato il suo tempo la regina ha saputo dimostrarsi sempre all’altezza nel suo ruolo al momento giusto (Nel Regno Unito: “Il Sovrano regna ma non governa”).

Elisabetta II

Il suo era “un conservatorismo compassionevole” – concetto sicuramente lontano da una Repubblica democratica quale è l’Italia. Comunque, la scomparsa di una figura che è tra le icone del Novecento e dei primi due decenni degli anni Duemila offre l’opportunità (al di là dei gossip e dei fiumi di inchiostro versati dai giornalisti detti “Queen watchers” – specializzati sulla vita di Buckingham Palace) offre l’opportunità di ricordare il ruolo istituzionale della monarchia nel Regno Unito.

Il sovrano nel Regno Unito è capo dello Stato ed è parte integrante del potere legislativo, esecutivo e giudiziario: non è vincolato da alcuna legge che non faccia esplicito riferimento a lui. Inoltre, aspetto apparentemente molto singolare e forse poco noto, egli è capo della Church of England e del Commonwealth; costituisce la cosiddetta “fountain of justice” e concede la grazia. Ma tutte queste prerogative regali (royal prerogatives) sono esercitate su parere del governo che ne risponde al Parlamento di cui il Sovrano è parte integrante.

Molto insolito per gli italiani è sicuramente il fatto che il Sovrano del Regno Unito sia anche il capo della Church of England: la Chiesa nazionale d’Inghilterra che fa parte dell’organizzazione dello stato. Suo capo supremo è, in virtù dell’Act of Supremacy, il sovrano, capo dello stato. La legge della chiesa fa parte della Common Law (diritto comune o diritto consuetudinario cioè il sistema giuridico dei paesi anglosassoni: Gran Bretagna con esclusione Scozia; USA; paesi del Commonwealth britannico e fondato in prevalenza – ma non del tutto – sui precedenti giudiziari cioè su sentenze emesse in passato dai giudici in casi analoghi a quelli da decidere, anziché su leggi scritte e codificate) ed è sempre  il sovrano a nominare, su proposta del governo, i vescovi e gli arcivescovi. E alcuni di loro formano parte dei “lords spiritual” della Camera dei Lords.

 Enrico VIII (quello delle sei sventurate mogli…), nei primi tempi del suo regno, fu un fiero oppositore delle teorie di Lutero e per tale motivo ottenne nel 1521 da Papa Leone X il titolo di Defensor Fidei ossia “Difensore della fede”. Il titolo che ancora oggi compare sulle monete inglesi con l’acronimo latino DEF. FID. non è tuttavia quello originale, ma fu ricreato dalla Chiesa anglicana. In seguito ad un insanabile contrasto sorto sotto Papa Clemente VII, infatti, il titolo fu ufficialmente ritirato da Papa Paolo III, ma risulta comunque in uso per gli anglicani.

Nonostante la sua rottura da Roma, Enrico VIII si aggrappò a questo titolo e da allora ogni monarca inglese e successivamente britannico lo ha rivendicato. Dall’inizio del suo regno nel 1952, quando succedette al padre, Giorgio VI, le monete che portavano l’effigie di Elisabetta II si riferivano ancora a quel titolo. Elizabeth DG, Reg, FD, dicono da 70 anni: Elisabetta II, per grazia di Dio, Regina, Difensore della Fede. Ma forse nessun altro sovrano è mai stato un così strenuo difensore della fede cristiana come Elisabetta II.

Buckingham Palace

Il Sovrano nel Regno Unito è sicuramente un’istituzione che serve ad unire, a tenere insieme una società al di là delle naturali differenze politiche e dei fisiologici scontri. Il sistema politico del Regno Unito è composto da un complesso di parlamentarismo, monarchia e democrazia, che convivono in un sistema pluripartitico. Il primo ministro è capo del governo. Il potere esecutivo è esercitato dal governo, quello legislativo sia dal governo che dalle due camere del Parlamento, la House of Lords e la House of Commons. Quello giudiziario è indipendente da esecutivo e legislativo.

A Natale, in Inghilterra, il messaggio della Regina (da oggi del Re) è sempre stato “super partes” e i britannici, in maggioranza, non considerano la monarchia come qualcosa di antiquato e da “buttar via” (va sottolineato che tale istituzione è anche costosa da mantenere) poiché nella loro visione della politica essa serve a costruire non a “rottamare” come è avvenuto nei recenti anni della politica italiana con i risultati visibili a tutti.

Dopo Elisabetta II, il Regno Unito e il futuro della monarchia saranno messi alla prova dalle nuove spinte indipendentiste, che minacciano l’unità del Regno, che qualcuno ha già denominato sarcasticamente (Dis)unito. Infatti, non sono pochi i Paesi che vorrebbero recidere i propri legami con l’ex impero.

Sarà questo il banco di prova, dove si vedrà la capacità di regnare di Carlo III: «The Queen is dead. Long live the King».

di Carlo Marino

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