Categoria: N. 26 – 2013
LA SAGGEZZA DI NAPOLITANO
Durante il vibrante discorso pronunciato nello scorso 22 aprile in Parlamento da Giorgio Napolitano, unico Presidente della Repubblica Italiana riconfermato con un secondo mandato nella massima carica dello Stato, abbiamo assistito all’unanime approvazione di quasi tutti i parlamentari, i quali entusiasti l’hanno sentitamente applaudito, in una atmosfera di partecipata commozione intervallata da una prolungata standing ovation.
Ciò che ha scosso la maggioranza degli italiani è stato il contenuto delle argomentazioni addotte in direzione della soluzione dei problemi più impellenti, che minano alla radice il sistema paese e mettono a repentaglio il superamento della grave crisi che attraversiamo al pari di altre nazioni della comunità europea.
Previdenza complementare: l’inganno dell’agevolazione fiscale sulle prestazioni, ovvero il gioco delle tre carte.
Ha visto finalmente la luce “Sirio” il Fondo di previdenza complementare di comparto dei dipendenti dagli enti pubblici non economici, ed è in corso la campagna per le adesioni.
Alla buon’ora, perché i lavoratori degli enti – defraudati della previdenza integrativa che era stata una loro conquista sindacale degli anni ’60 – attendevano quella complementare da oltre due generazioni di attivi, lasciati in balìa della sola previdenza obbligatoria trascinata in crisi di sostenibilità, sin dalla metà del secolo scorso, dall’uso clientelare delle prestazioni assistenziali.
LA RIPRESA NON PUÒ ATTENDERE
Non è una opinione, ne sono ormai consapevoli tutti ed a tutti i livelli, politici, sindacali, datoriali, individuali e collettivi.
E’ invece una mia opinione che la crescita o è di tutti o non è! E che per essere di tutti ha bisogno di un impulso forte, univoco, chiaro e coerente.
Ha cominciato il Presidente Napolitano rispondendo positivamente ad una sollecitazione finalmente collegiale.
Prosegua il Presidente del Consiglio Enrico Letta.
RIGORE ED EQUITA’
In queste ultime settimane particolarmente caratterizzate dal rovente clima politico, in ragione del lungo periodo di stasi che si sta registrando per la costituzione del nuovo Governo dopo le elezioni del 24 e 25 febbraio e l’attesa per la prossima elezione del nuovo Capo dello Stato, sono passate un po’ in sordina due notizie riportate dai quotidiani, entrambe riguardanti il mondo del lavoro, sia quello privato che quello pubblico.
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