LA RIPRESA NON PUÒ ATTENDERE

Non è una opinione, ne sono ormai consapevoli tutti ed a tutti i livelli, politici, sindacali, datoriali, individuali e collettivi.
E’ invece una mia opinione che la crescita o è di tutti o non è! E che per essere di tutti ha bisogno di un impulso forte, univoco, chiaro e coerente.
Ha cominciato il Presidente Napolitano rispondendo positivamente ad una sollecitazione finalmente collegiale.
Prosegua il Presidente del Consiglio Enrico Letta. Senza indugiare più di tanto sulle prevedibili spinte e controspinte, ma muovendosi sulla scia delle motivazioni che hanno indotto il Presidente della Repubblica ad accogliere il rinnovo del proprio mandato.
Un progetto, sia pure a termine, che contempli da un lato ossigeno puro per le famiglie, il lavoro e le imprese, dall’altro una reale “semplificazione” della politica e delle sue istituzioni che ne abbatta i costi e ne recuperi efficienza ed efficacia, non potrà non essere apprezzato e sostenuto da un Paese stremato, ma ancora in grado di discernere il vero dal falso, le parole dai fatti, in definitiva il bene dal male.
Un progetto veramente serio ed organico che, adeguatamente motivato e sostenuto, non potrà non trovare il necessario consenso anche nelle sedi europee, rispetto alle quali è assolutamente necessario recuperare e rivendicare il ruolo che spetta di diritto ad un Paese ancora capace di scelte coraggiose purché coerenti e soprattutto sostenibili.
Un progetto che si caratterizzi anche per concretezza e trasparenza, in termini tali cioè da indurre il Parlamento a decisioni rapide e puntuali. Nella consapevolezza che si può anche sbagliare, ma che non sono più accettabile rinvii, rimpalli di responsabilità e sterili polemiche.
Legge elettorale, si decida. Abolizione/rimodulazione/restituzione dell’IMU, si decida. Superamento del bicameralismo perfetto con una sola Camera legislativa ed un Senato delle autonomie, si decida. Assunzioni con sgravi temporanei fiscali e contributivi, si decida. Recupero dell’assurda situazione “esodati”, si decida. Programma a tempo di assorbimento dei “precari” della P.A., si decida. Abolizione delle Province, si decida. Abolizione delle consulenze di qualunque tipo, pena licenziamento in tronco dei vertici e della dirigenza “incompetente”, si decida. Riforma del sistema fiscale nell’ottica della contrapposizione di interessi e con graduale incremento della deducibilità delle spese documentate, si decida. E cosi via.
Con la consapevolezza, ovviamente, che non tutte le decisioni potranno beneficiare della pur auspicabile unanimità. Ma la maggioranza che si profila per il Governo in fieri sarà tale da resistere ad eventuali defezioni. Spetterà al Popolo sovrano valutare e giudicare pur nel rispetto degli eventuali legittimi dissensi.
E’ il mio auspicio, ma ho la presunzione di ritenere che sia anche l’auspicio dei più!