LA SAGGEZZA DI NAPOLITANO

Durante il vibrante discorso pronunciato nello scorso 22 aprile in Parlamento da Giorgio Napolitano, unico Presidente della Repubblica Italiana riconfermato con un secondo mandato nella massima carica dello Stato, abbiamo assistito all’unanime approvazione di quasi tutti i parlamentari, i quali entusiasti l’hanno sentitamente applaudito, in una atmosfera di partecipata commozione intervallata da una prolungata standing ovation.
Ciò che ha scosso la maggioranza degli italiani è stato il contenuto delle argomentazioni addotte in direzione della soluzione dei problemi più impellenti, che minano alla radice il sistema paese e mettono a repentaglio il superamento della grave crisi che attraversiamo al pari di altre nazioni della comunità europea.
Nel suo messaggio Napolitano ha sollecitato la mobilitazione di tutte le forze politiche, al di fuori di qualsiasi schieramento, richiedendo di abbandonare in questo difficile momento le contrapposizioni ideologiche e ricercando una fattiva collaborazione senza condizionamenti di sorta per porre fine a questa incresciosa situazione così allarmante che rischia di compromettere il risanamento da tutti auspicato a causa delle seguenti insostenibili difficoltà: il considerevole aumento della disoccupazione giovanile e dei cassaintegrati, l’insopportabile regime fiscale aggravato dall’introduzione dell’Imu e dall’imminente tassazione denominata Tares, l’improduttività industriale dovuta alla chiusura di molte imprese che non riescono a sopravvivere per la mancanza di aiuti finanziari e per il credito negato dalle banche, l’ingente massa dei precari e degli esodati privati di ogni sostegno economico, la condizione miserrima dei pensionati che non superano i cinquecento euro mensili, la moltitudine dei poveri che continuano a crescere, i continui suicidi di persone a motivo delle loro esasperate ed insostenibili condizioni esistenziali. Nel discorso di Napolitano è implicito che bisogna subito correre ai ripari se non si vuole rischiare di compromettere ogni possibilità di salvare il Paese. Purtroppo durante le votazioni che hanno preceduto la nomina di Napolitano, con le sconfitte dei candidati proposti dal PD, prima Marini e poi Prodi, è stato offerto uno spettacolo indecente da parte dei franchi tiratori che nel segreto dell’urna hanno esercitato in maniera ignobile un rito che già da tempo in Italia è una prassi costante. Vogliamo sperare che ciò non accada in occasione dell’insediamento e durante lo svolgimento dell’attività del nuovo esecutivo guidato da Letta ex vice segretario del PD in compartecipazione con PDL e Scelta civica, il quale dovrà mettere in atto i suggerimenti di Napolitano, nella piena consapevolezza intesa ad assicurare alla collettività un tenore di vita decoroso, mediante una adeguata ripartizione delle risorse mirata a salvaguardare le legittime aspettative di ognuno, evitando quelle vessazioni che secondo quanto avvenuto anche nel recente passato colpiscono di più i poveri, per il fatto che pur possedendo poco hanno il “ torto “ di essere in tanti e, quindi, in grado di poter disporre di un maggior reddito rispetto a quello dei ricchi meno numerosi. A tal proposito governo Monti docet.