WORLD SOIL DAY 2022

La perdita di fertilità del suolo è uno dei principali processi di degradazione che minaccia la nutrizione ed è uno dei maggiori problemi a livello globale per la sicurezza alimentare e la sostenibilità in tutto il mondo.

La Giornata Mondiale del Suolo 2022 e la sua campagna “Il suolo dove comincia l’alimentazione” mirano a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di mantenere sani gli ecosistemi e il benessere umano, affrontando le crescenti sfide della gestione del suolo, aumentando la consapevolezza e incoraggiando le società a migliorare la salute del suolo.

La Giornata si celebra il 5 dicembre in quanto corrisponde con la data di nascita del re di Thailandia Rama IX il Grande, che ha ufficialmente dato il via all’evento durante il Congresso mondiale dell’International Union of Soil Science nel 2002.

La perdita di suolo fertile è un gravissimo problema che dà luogo ad un altro fenomeno che è il land grabbing ossia la corsa all’accaparramento di terre coltivabili. In Italia si perdono di 2 metri quadri di suolo al secondo e nel 2021 la media è stata di 19 ettari di suolo persi al giorno, il valore più alto degli ultimi 10 anni, secondi i dati forniti dall’Ispra.

Il Wwf Italia in occasione del World Soil Day ha richiamato fortemente l’attenzione sul fatto che ad oggi 21.500 chilometri quadrati di suolo italiano sono cementificati e solo gli edifici occupano 5.400 chilometri quadrati, una superficie pari alla Liguria.

Come testimoniano purtroppo i tragici eventi di Ischia, l’Italia è un paese sempre più fragile. Come ha dichiarato il Presidente del Wwf Italia, Luciano di Tizio, oltre il 16% del territorio è in aree ad elevato rischio idrogeologico e sono 6 milioni le persone interessate che vivono in aree di potenziale rischio.

 Il nuovo Regolamento sui fertilizzanti, in vigore dal luglio 2022, che ha aperto il mercato europeo ai fertilizzanti innovativi a base organica, e l’introduzione dei Crediti del Carbonio per l’agricoltura entro il 2023, sono importanti novità che concorrono a una forte evoluzione delle tecniche e dei prodotti per una migliore gestione dei suoli agricoli.

La FAO in occasione della Giornata Mondiale del Suolo ha pubblicato il primo Rapporto sui Suoli Neri, che sono sempre più a rischio a causa della crisi climatica, della perdita della biodiversità e del cambiamento di uso del suolo. I Black Soils sono terre scure e dense, ricche di materia organica. Tali terre fertili contengono molto carbonio organico e rappresentano un enorme potenziale di gas serra, ma al contempo garantiscono il paniere alimentare per molti Paesi e sono assai sensibili all’intervento dell’uomo e al degrado. È quindi fondamentale promuoverne la conservazione e l’uso sostenibile per assicurare e sostenere la sicurezza alimentare. Il dossier della FAO presenta una mappatura di tali suoli nel mondo. La Russia, con i suoi 725 milioni di ettari di suolo nero, possiede circa la metà della superficie totale. Tra gli altri Paesi con vaste aree di terre nere vi sono Argentina, Cina, Colombia, Ungheria, Indonesia, Kazakistan, Polonia e Stati Uniti.

Il 95% del cibo che mangiamo proviene direttamente o indirettamente dai nostri terreni e dei 18 elementi essenziali per le piante ben 15 sono forniti dal suolo. Oggi però circa un terzo dei suoli in tutto il mondo sono già degradati e ciò comporta non solo che la terra è meno produttiva, ma anche che cerali, ortaggi, frutta presentano un minore livello di nutrienti e vitamine rispetto al passato.

Come ha evidenziato il rapporto FAO, la perdita di fertilità dei suoli si traduci in bassi raccolti o perdita delle colture e a catena fame, malnutrizione e povertà. Nell’attuale crisi alimentare e dei fertilizzanti, i piccoli agricoltori, soprattutto nei Paesi vulnerabili di Africa, America Latina e Asia, sono in grave disagio, poiché non hanno accesso ai fertilizzanti organici ed inorganici e affrontano un aumento del 300% dei prezzi dei fertilizzanti. Altra importante qualità dei suoli neri è il loro ruolo chiave per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici, poiché contengono l’8,2% delle scorte mondiali di carbonio organico del suolo e possono fornire il 10% del potenziale globale di sequestro del carbonio. Il rapporto evidenzia che questo tesoro nero è gravemente minacciato e che due sono gli obiettivi principali da perseguire nei prossimi anni: la conservazione della vegetazione naturale sui suoli neri come praterie, foreste e zone umide e l’adozione di approcci di gestione sostenibile del suolo su suoli neri coltivati.

di Rosaria Russo