Paralimpiadi di Tokyo e ricerca Inail

     Il Centro Inail di Vigorso di Budrio svolge un’importante attività nell’ambito della ricerca protesica e anche per la XVI edizione dei Giochi Paralimpici si è posto al servizio degli atleti italiani, contribuendo ai loro ragguardevoli risultati.

     Il Presidente dell’Inail, Franco Bettoni, nel congratularsi con gli Azzurri che ci hanno regalato fortissime emozioni, ha ricordato che l’Istituto ha contribuito alla nascita del movimento paralimpico in Italia. L’intuizione di un medico dell’Inail, Antonio Maglio, creò il connubio vincente tra sport e riabilitazione. Maglio fu pioniere delle terapie di riabilitazione dei disabili, migliorandone l’aspettativa di vita e il reinserimento nella vita sociale attiva. Sulla base delle idee del neurologo Ludwig Guttmann, nella sua attività professionale, svolta anche al Centro Villa Marina di Ostia, Antonio Maglio introdusse lo sport per le persone in carrozzina, facendo praticare ai suoi pazienti atletica leggera, nuoto, scherma, pallacanestro, tiro con l’arco. Va quindi considerato come il padre dello sport paralimpico italiano.

Nel 1960, dopo una prima partecipazione ai Giochi Internazionali di Stoke Mandeville del 1958, il dottor Maglio riuscì a portare la competizione a Roma, in ragione sia del suo ruolo istituzionale che della sua rete di contatti. Così al complesso sportivo delle “Tre Fontane” e alla piscina del Foro Italico si tenne quella che poi è stata considerata dal Comitato Paralimpico Internazionale la prima edizione delle Paralimpiadi.

     Lo sport paralimpico ha contribuito a modificare la percezione sociale della disabilità, operando una vera rivoluzione culturale. Il proficuo rapporto tra istituzioni e mondo sportivo non è venuto meno nel tempo. Ricerca, tecnologia, medicina e sport sono oggi stabilmente e strettamente connessi, riuscendo ad aiutare concretamente le persone con disabilità a superare le numerose difficoltà della vita di tutti i giorni.

    L’ultimo grande traguardo è stato il podio dei 100 mt interamente italiano. Le tre atlete vincitrici hanno indossato protesi progettate dal Centro Protesi Inail di Budrio, struttura di eccellenza internazionale, che quest’anno celebra i 60 anni di attività e dove ogni anno vengono realizzate circa 10.000 prestazioni protesiche a favore di invalidi civili e persone con disabilità provenienti dall’estero.

     Le tecnologie sviluppate per lo sport, così come avviene nel settore delle competizioni automobilistiche, permettono di realizzare protesi per la vita quotidiana più confortevoli, con materiali leggeri, resistenti e performanti.

      L’Inail sostiene la ricerca affinché  i progressi ottenuti nel campo della tecnologia delle protesi sportive continuino ad essere trasferiti a quelle di uso quotidiano, contribuendo così all’effettivo miglioramento della vita delle persone con disabilità e delle loro famiglie.

 di Rosaria Russo