Non esiste più nessun luogo al mondo in cui l’acqua piovana sia potabile

Uno studio dell’Università di Stoccolma (Svezia) sostiene che ormai non esiste più nessun luogo al mondo in cui l’acqua piovana possa essere considerata adatta al consumo. https://pubs.acs.org/doi/10.1021/acs.est.2c02765

Lo studio dal titolo: «Outside the Safe Operating Space of a New Planetary Boundary for Per- and Polyfluoroalkyl Substances (PFAS)» è stato coordinato da Ian T. Cousins e vi hanno collaborato Jana H. Johansson, Matthew E. Salter, Bo Sha, and Martin Scheringer.

La ricerca ipotizza che la contaminazione ambientale da sostanze per- e polifluoroalchiliche (PFAS) abbia superato il limite a livello planetario. L’ ipotesi è stata verificata confrontando i livelli di quattro acidi perfluoroalchilici (PFAA) selezionati (cioè acido perfluoroottansolfonico (PFOS), acido perfluoroottanoico (PFOA), acido perfluoroesansolfonico (PFHxS) e acido perfluorononanoico (PFNA)) in vari mezzi ambientali globali (vale a dire, acqua piovana, suoli e acque superficiali) con livelli guida recentemente proposti. Le PFAS sono state utilizzate in misura rilevante dall’industria dagli anni Cinquanta del secolo scorso, per le loro proprietà impermeabilizzanti, tra l’altro, nella produzione di carta e cartone per uso alimentare, per rivestire le padelle antiaderenti o come impermeabilizzanti per tessuti, tappeti, pelli, insetticidi, schiume antincendio, vernici, rivestimento dei contenitori per il cibo, cera per pavimenti e detersivi.

Dal 2010 in Europa è vietato utilizzare una delle sottocategorie di queste PFAS, il perfluoroottano sulfonato, e dal 2020 vige un’interdizione anche per l’acido perfluoroottanoico. Più in generale, il valore limite di queste sostanze è stato costantemente abbassato negli ultimi anni.

Sulla base dei quattro PFAA considerati, lo studio è giunto alla conclusione che (1) i livelli di PFOA e PFOS nell’acqua piovana spesso superano ampiamente i livelli, presi in considerazione dalle Raccomandazioni per la salubrità dell’acqua potabile ( Lifetime Drinking Water Health Advisory) dell’Agenzia per la protezione ambientale degli Stati Uniti (EPA) e la somma dei suddetti quattro PFAA (Σ4 PFAS ) nell’acqua piovana supera spesso la soglia dei valori limite per l’acqua potabile, presi in considerazione in Danimarca, anch’essi basati su Σ4 PFAS; (2) i livelli di PFOS nell’acqua piovana sono spesso al di sopra dello standard di qualità ambientale per le acque superficiali interne dell’Unione europea; e (3) che i depositi atmosferici portano anche a una contaminazione onnipresente del suolo a livello globale.

Si è giunti alla conclusione, quindi, che la diffusione globale di questi quattro PFAA nell’atmosfera abbia portato al superamento del limite planetario per l’inquinamento chimico. I livelli di PFAA nei depositi atmosferici sono scarsamente reversibili a causa dell’elevata persistenza dei PFAA e della loro capacità di scorrere continuamente nell’idrosfera, in particolare negli aerosol marini emessi dagli oceani. A causa della scarsa reversibilità dell’esposizione ambientale ai PFAS e ai loro effetti associati, è di vitale importanza limitarne rapidamente gli usi e le emissioni. Tali sostanze sono state trovate anche nell’acqua piovana in zone remote come l’Antartide o l’altipiano del Tibet. E in concentrazioni tali, da superare i valori guida fissati dalle autorità statunitensi per l’acqua potabile.

Nonostante ciò, tali sostanze continuano a essere rilevate nell’ambiente, nella catena alimentare e nell’essere umano.  Noti anche come “i prodotti chimici eterni”, perché i processi di degradazione esistenti in natura: fotolisi, idrolisi, degradazione biotica aerobica e anaerobica li distruggono molto lentamente, le PFAS, una volta ingerite tramite l’acqua potabile o determinati alimenti, si accumulano nell’organismo.

Alcuni studi hanno messo in evidenza che l’esposizione prolungata a tali sostanze può influire sulla fertilità e sullo sviluppo del feto comportando un aumento del rischio di obesità, di alcuni tipi di cancro (prostata, reni e testicoli) nonché un aumento dei livelli di colesterolo e delle malattie della tiroide, dell’ipertensione in gravidanza, della colite ulcerosa e molte altre.

PFOA, PFOS e altri composti simili hanno la capacità di interferire con la comunicazione intercellulare, fondamentale per la crescita della cellula, aumentando la probabilità di crescite cellulari anomale con conseguente formazione di tumori, specie in caso di esposizione cronica.

di Eleonora Marino