L’INVARIANZA DEI SERVIZI AI CITTADINI …… nonostante la spending review ?

Il titolo di questa riflessione sugli effetti dell’art. 2 del Decreto Legge 95/2012, meglio noto come “spending review”, deriva da quello ad esso attribuito dal Governo: “Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini”.
È superfluo, a tale proposito, ricordare che non condividiamo quasi nulla delle iniziative assunte dal Governo in tema di “spending review” in quanto si reitera il troppo facile assalto alla diligenza su cui viaggiano, impossibilitati a scendere, i lavoratori pubblici e i pensionati, lasciando liberi i soliti noti di continuare la loro bella vita.
Riteniamo, tuttavia, che sia nostro compito contribuire ad una corretta lettura delle disposizioni di legge che riguardano i Lavoratori del cd. Parastato e, quindi, evidenziamo che l’art. 2 del citato D.L., per parlare di “Riduzioni delle dotazioni organiche delle pubbliche amministrazioni”, usa, come suol dirsi, il bastone e la carota.
Infatti dispone, per il primo aspetto, i tagli agli uffici dirigenziali (nella misura del meno 20%) ed alle dotazioni organiche del Personale non dirigenziale (“riduzione non inferiore al 10% della spesa complessiva relativa al numero dei posti in organico”),
Per il secondo aspetto rassicura sia i diretti interessati (Dirigenti e Personale della P.A.), sia i cittadini/utenti che, per effetto di misure organizzative assolutamente innovative (sostanzialmente tutte da attuare), non vedranno ridurre l’efficacia dell’azione propria dello stato sociale.
Dopo aver ricordato che già negli anni passati, per effetto dei ripetuti blocchi delle assunzioni e dei tagli imposti dalle norme, l’INPS e l’INAIL, per citare gli Enti maggiori, hanno subito riduzione di oltre un terzo del Personale, passiamo ad esaminare i numeri ricordando che per alcuni Enti parliamo di fabbisogni integrati (Inail con Ipsema ed Ispesl, Inps con Inpdap, Enpals e Ipost) e che ciascun Ente deve portare a termine anche il precedente taglio disposto dalla Legge 148/2011, pari al 10% di tutto il Personale ad esclusione dei Dirigenti Generali, riduzione che, secondo le Amministrazioni, potrebbe essere assorbito entro il corrente anno con i normali percorsi di pensionamento, senza, perciò, determinare esuberi.
Per i nuovi tagli (citato D.L. 95) i percorsi saranno più articolati. La norma prevede, in prima battuta, l’uscita obbligatoria dal lavoro al compimento di un’anzianità contributiva di 40/40 ovvero di un’età di 65 anni.
L’effetto di questa operazione avrà come conseguenza naturale, secondo i calcoli dell’Amministrazione, il pensionamento di Dirigenti Generali e Dirigenti che avranno maturato detti requisiti, realizzando entro il 2013 il conseguimento dell’obiettivo del meno 20%. Più difficile una stima per il restante Personale, per le tante diverse situazioni individuali di contribuzione.
In seconda battuta si terrà conto del vecchio parametro “96” (sommatoria di età + anzianità) conseguito entro il 2011, per agevolare l’uscita di eventuali esuberi non riassorbibili entro il 31 dicembre 2014.
Se consideriamo gli organici integrati, il 10% sarebbe facilmente calcolabile in termini numerici.
Ma bisogna ricordare che il Decreto fa riferimento alla “spesa complessiva relativa al numero dei posti in organico” e, quindi, tenuto conto delle retribuzioni individuali complessive (retribuzione base + accessoria), la dimensione numerica del taglio non è allo stato quantificabile.
Entro il 31 ottobre p.v. il Governo dovrà dichiarare “le specificità delle singole amministrazioni” al fine di disporre riduzioni “selettive” sulla base di quanto le stesse amministrazioni avranno sostenuto di poter realizzare in termini di capacità di riduzione dei costi complessivi di gestione, di produzione quantitativa e qualitativa, di rispetto di tutti i vincoli imposti dalla Legge.
Occorrerà, quindi, che gli Enti progettino (e in tempi brevi!) un nuovo modello organizzativo compatibile con le rispettivemission istituzionali consolidate (prestazioni pensionistiche, sanitarie, assistenziali, riabilitative e di ricerca) e con i nuovi obiettivi.
Nel caso dell’Inail ci riferiamo a quelli connessi alla prevenzione nell’ambito del Polo salute e sicurezza, e senza dimenticare né le opportunità offerte dall’integrazione con altri Enti né quelle derivanti dal Protocollo 2 febbraio 2012 fra Stato e Regioni in materia di “erogazione di prestazioni di assistenza sanitaria” da parte dell’Inail stesso.
Se tali modelli risulteranno coerenti con quanto dichiarato dal Ministro Fornero, i temuti tagli potranno incidere sull’intera P.A. in modo selettivo e, quindi, su ciascun Ente in misura più o meno grave e meno drammatica di quanto si possa temere, tenuto conto della già citata esigenza di dare attuazione a misure organizzative in tema di riordino delle competenze degli uffici centrali e territoriali, di ridisegno della struttura territoriale, di adozione di strumenti di innovazione amministrativa e tecnologica.
Non dubitiamo che i Vertici degli Enti saranno attenti a non attivare scelte autoritative che mortificherebbero ulteriormente il Personale, del quale occorre ricordare (e non soltanto alle autorità politiche) impegno e professionalità, rappresentando al Sindacato le proposte sul piano organizzativo che gli Uffici stanno elaborando per ricevere indicazioni e suggerimenti utili a ridurre le sofferenze già delineate e quelle che, se non si realizza da parte del Governo un vero e corretto “spending review”, potranno ancora presentarsi.
Infatti, il reale rischio, al di là di ogni possibile rassicurazione, è che sarà difficile determinare l’invarianza di servizi ai cittadini, visto che gli Enti si accingono, in poco tempo, a registrare un significativo taglio nell’ambito sia della Dirigenza sia del restante Personale.
Oltretutto, il blocco delle assunzioni rende difficile l’innesto di forze giovani da professionalizzare opportunamente e tempestivamente per continuare a dare quelle risposte che, ancora oggi, pur con mille sacrifici e difficoltà, il Personale riesce a dare.
Più che il celebre assalto alla diligenza dovremmo, quindi, ricordare la rapina avvenuta nel 1963 al treno postale Glasgow/Londra per un bottino due milioni e mezzo di
sterline dell’epoca, con la differenza che i rapinatori finirono, anche se in tempi diversi, tutti in gattabuia.