LA POVERA GENTE E I MANEGGIONI DELLA POLITICA

In Italia abbiamo oggi una situazione tragica. Da un lato la moltitudine dei diseredati che vivono di stenti per le scarse disponibilità economiche, falcidiate tra l’altro dalla imponente mole di aggravi fiscali, e dall’altra una classe di privilegiati che non pagano le tasse e godono di ricchezze ottenute spesso con la frode e il malaffare, come è dimostrato dai recenti scandali dei maneggioni della politica. Il tutto condito dall’azione limitata di un Governo tecnico, che non ha alcun rapporto elettorale e ha messo al primo punto del suo programma il pareggio di bilancio e la riduzione del debito pubblico, con il mezzo più semplice degli indiscriminati aumenti delle tasse.
Pertanto, disattendendo ogni aspettativa, ha rinviato i problemi più urgenti di vitale importanza a date successive e, per frenare le inevitabili pressanti contestazioni dell’opposizione, non è andato al di là di un nutrito calendario di incontri con i sindacati e le parti sociali che, ancora in corso, finora non hanno sortito alcun esito positivo perché non si è raggiunto alcun valido accordo. Infatti, si è trattato solo di una perdita di tempo, causata soprattutto dal notevole divario tra l’offerta e la richiesta.
Dare la precedenza alle manovre di contenimento della spesa pubblica che il Governo sta mettendo in esecuzione, sicuramente si rende necessario per superare la crisi, ma critichiamo le modalità che esso sta svolgendo nella sua azione di risanamento perché non ha ancora adottato le necessarie contromisure per arginare la dilagante disoccupazione e il continuo depauperamento del potere di acquisto, oltre a non creare con opportuni provvedimenti le premesse per un effettivo rilancio della produzione industriale, in modo da accrescere i posti di lavoro.
In questa opera di recupero non basta bloccare le retribuzioni dei lavoratori per fronteggiare il disavanzo pubblico, perché cosi facendo avviene il contrario dell’obiettivo che si vuole prefiggere, con il solo risultato di incrementare in modo pazzesco il costo della vita.
Vogliamo credere alle buone intenzioni di chi per delega è stato messo a capo di questo Esecutivo, composto quasi tutto di docenti universitari e, quindi, secondo alcuni meritevole di fiducia. La storia, però, ci insegna che non è sufficiente avere una approfondita cultura cattedratica, in quanto è comunemente risaputo che non è sempre facile mettere in pratica le nozioni teoriche.
A proposito delle precarie condizioni e delle insuperabili difficoltà che la povera gente deve subire ed in merito allo spinoso problema dell’occupazione giovanile ancora irrisolto, nonostante sia da considerare una delle prime rivendicazioni riportate nell’agenda dei partiti che sostengono il Governo, ci viene segnalato il caso estremamente pietoso di un giovane, costretto dalla azienda in cui lavora ad accettare la metà del proprio già misero stipendio per evitare il licenziamento, 500 euro mensili, il quale per la sua sopravvivenza si è dovuto trasferire in casa dei suoi anziani genitori che non benestanti hanno come unico reddito quello della pensione sociale. Ormai di questi fatti se ne possono citare a migliaia, ma come non irritarsi a fronte delle ruberie cui assistiamo ogni giorno, effettuate il più delle volte da soggetti che dovrebbero amministrare in modo onesto la cosa pubblica nel pieno rispetto delle leggi e che invece trasgrediscono i più elementari principi di una civile e sana convivenza.
Purtroppo dalle cronache dei giornali apprendiamo inorriditi notizie riguardanti lo spreco di denaro pubblico da parte di certi personaggi, incuranti dei disagi cui la stragrande maggioranza della popolazione specie in questo momento deve assoggettarsi per salvare il salvabile.
E questo avviene ovunque, indipendentemente dal territorio di appartenenza, perciò parafrasando il detto “dalle Alpi alle Piramidi” si potrebbe dire “dalle Alpi alle Madonie”.
Attendiamo con ansia che finalmente si faccia piazza pulita di tutte queste nefandezze, confidando nella immediata riscossa di coloro che vogliono instaurare in Italia un regime scevro da qualsiasi corruzione, sulla base di scelte democratiche intese a restituire alla nostra nazione quel prestigio che nel passato ci ha reso tanto orgogliosi, tutti uniti nel combattere gli attuali fenomeni che da lungo tempo ci degradano, come quelli della mafia, dei commerci illeciti, dell’evasione fiscale e di altri atti criminosi.
Un modo per festeggiare degnamente il 150° anniversario dell’unità d’Italia!
Siamo prossimi alla scadenza della legislatura e vogliamo sperare che finalmente la politica svolga il ruolo che le compete, facendosi carico delle responsabilità connesse al suo mandato costituzionale. Quindi respingiamo l’ipotesi di un Monti-bis, che ancora non ha ottenuto i frutti sperati deludendo le legittime attese di quasi tutti gli italiani, e ci auguriamo che, con la tanto agognata modifica dell’attuale legge elettorale, venga restituita finalmente ai votanti la facoltà di scegliere i propri canditati, affidando la guida del Paese a persone valide che posseggano il profilo di riconosciute capacità ed integrità morale.