La Norvegia e l’Italia: una bella storia di arte e cultura, ma non solo

La Norvegia alla mente degli italiani ricorda immediatamente la terra dei fiordi nel nord del continente europeo, una terra incantata, un tempo irraggiungibile, oggi meta di viaggi e crociere di lusso che sfiorano i suoi mari. Le relazioni tra l’Italia e la Norvegia risalgono al Medioevo, quando il pesce salato raggiungeva la Penisola ed era considerato una prelibatezza. Con il passare dei secoli, poi, l’Italia è entrata a far parte del Grand Tour anche per gli artisti norvegesi che vi hanno tratto fonte di ispirazione per le loro opere.

Nel 1864 Ibsen giunse a Roma, trovandovi l’atmosfera ideale, il tempo mite e quella peculiare luminosità che lo stimolò a scrivere l’opera Brand e dove progettò il Peer Gynt. Il grande norvegese amava i castelli romani e nel 1866 lasciò Roma per andare a vivere a Palazzo Grazioli in Frascati. E poi artisti norvegesi quali Peder Severin Krøyer, Eilif Peterssen, Christian Meyer Ross, Joakim Skovgaard, Kristian Zahrtmann, Theodor Philipsen e Viggo Pedersen vissero, tra il 1879 e il 1886, per lunghi periodi in Italia sviluppando il loro stile pittorico verso un più grande realismo, ispirati dalla “luce italiana”, dal paesaggio monumentale e dalla suggestiva vita quotidiana dei loro abitanti. Il genio norvegese è noto agli italiani per aver dato alla cultura e alle arti mondiali, oltre al poeta e drammaturgo Henrik Ibsen (1828-1906), il pittore espressionista Edvard Munch (1863-1944), il compositore romantico Edvard Grieg (1843-1907). Ma dal punto di vista culturale la Norvegia è molto di più e le persone di cultura italiane hanno mostrato grande interesse per la sua musica classica, per la sua letteratura (oggi anche per i romanzi thriller come quelli di Jo Nesbø e Anne Holt) per il jazz, per la musica heavy metal e, last but not least, per l’architettura.

Ambasciatrice del Regno di Norvegia in Italia Margit Fredrikke Tveiten

Presento una breve intervista rilasciatami dall’Ambasciatrice del Regno di Norvegia in Italia, S.E. Margit Fredrikke Tveiten.

Quali prospettive vede dal punto di vista economico nello scambio commerciale tra Norvegia e Italia? Quali sono i punti di forza dell’economia norvegese che possono attrarre investimenti italiani?

Gli scambi commerciali tra Norvegia e Italia continuano ad andare ottimamente, nonostante la pandemia. La Norvegia esporta principalmente petrolio, gas e prodotti della pesca in Italia, mentre l’Italia vende principalmente attrezzature industriali e prodotti enogastronomici in Norvegia. I norvegesi amano il vino italiano, e questa è in realtà la seconda voce dell’export dall’Italia alla Norvegia.

Inoltre, il Fondo Sovrano Norvegese ha effettuato ingenti investimenti in alcune delle più grandi aziende italiane, in settori quali energia, banche, cibo e moda. E abbiamo visto alcuni grandi investimenti italiani in Norvegia, principalmente nei settori energetico e marittimo.

La transizione verso l’energia verde ha un grande potenziale per ulteriori collaborazioni tra Norvegia e Italia. La società norvegese di energia rinnovabile Statkraft ha effettuato importanti investimenti nell’energia solare in Italia. In Norvegia, l’italiana ENI e la norvegese HitecVision hanno creato Vårgrønn, una società che svilupperà progetti eolici offshore.

Il turismo, poi, costituisce un’importante voce dell’interscambio tra i nostri due Paesi. Agli italiani piace visitare la natura norvegese, ma sempre più anche le nostre città e le loro entusiasmanti offerte culturali. I norvegesi adorano venire in Italia per scoprire la sua ricca storia, le sue meravigliose spiagge e, non ultimo, il suo fantastico cibo. Mentre il mondo si apre lentamente di nuovo ai viaggi, speriamo di vedere molto preso una ripresa del turismo tra Norvegia e Italia.

La Norvegia è un paese attraente per gli investimenti esteri, con un sistema politico stabile, un’economia forte, profondamente integrata nel mercato europeo e che applica le regole dell’UE; abbiamo una forza lavoro altamente istruita e la Norvegia ha un punteggio alto nelle classifiche come economia aperta alle imprese e a basso tasso di corruzione.

In che modo la Norvegia ha affrontato finora la pandemia di Covid-19? Qual è la strategia del vostro governo riguardo alla vaccinazione?

Al momento la Norvegia è in procinto di riaprire dopo la terza ondata, proprio come l’Italia. Anche se il numero di persone infettate dal Covid è molto più basso in Norvegia che in Italia. Finora abbiamo avuto meno di 800 morti in totale, molte aziende stanno lottando per rimanere sul mercato e le persone hanno paura di perdere il lavoro. Ma questo lascia spazio anche alla transizione e al cambiamento. Il governo ha adottato una politica molto severa per quanto riguarda la chiusura delle attività, le quarantene e le restrizioni all’ingresso in Norvegia dall’estero. La campagna di vaccinazione è oggetto di un ampio dibattito per quanto riguarda le priorità. Il governo ha prima dato priorità alle persone anziane e alle persone fragili. Presto, i giovani potrebbero ricevere i vaccini e riprendere una vita normale. Per fortuna ora le persone sono felici perché possono ricominciare a socializzare con gli altri, a formarsi, anche se i viaggi all’estero sono ancora molto limitati.

Con l’avvicinarsi del termine del Suo mandato di Ambasciatore in Italia, come riassumerebbe questi quattro anni? Quali erano i Suoi obiettivi come Ambasciatore in Italia?

C’è un netto iato tra “prima e dopo”, e ovviamente mi riferisco alla pandemia. Fortunatamente, ho avuto due anni e mezzo di tempo come Ambasciatore a Roma prima che la pandemia cambiasse radicalmente i metodi di lavoro dell’Ambasciata. La mia visione quando sono arrivata qui era quella di rafforzare il già eccellente rapporto tra Norvegia e Italia, promuovendo al contempo soluzioni norvegesi moderne come la tecnologia verde, il nostro modo di vivere nordico con un buon equilibrio tra lavoro, vita privata e uguaglianza di genere e nuove espressioni artistiche. Sono orgogliosa di essere stata in grado, insieme ai miei eccellenti collaboratori dell’Ambasciata norvegese, di continuare a concentrarci su tutte queste aree nonostante la pandemia, adattandomi alla situazione e utilizzando nuovi metodi di lavoro.

Grazie. Tusen Takk! E auguri per la sua carriera futura.

di Carlo Marino

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