Il Recovery Fund e il pressing sull’Italia della Germania

Presentando le priorità del semestre tedesco di presidenza del Consiglio dell’Unione Europea la Cancelliera Angela Merkel ha dichiarato: “L’Europa sarà più forte di prima se riuscirà a rafforzare la sua visione comune”. La Brexit, la lotta al Covid-19 e i rapporti con la Repubblica Popolare Cinese sono tra le questioni politiche sulle quali insisterà la Germania che, tra l’altro, intende raggiungere un rapido accordo sul fondo da 750 miliardi per la ricostruzione dell’Unione europea dopo la crisi (sovvenzioni da 500 miliardi di euro e prestiti rimborsabili da 250).

Nell’osservare la strategia intavolata dalla Cancelliera sembra esserci una grossa novità rispetto al passato, cioè la presa di coscienza che l’Unione o si salva l’insieme o è destinata a fallire.

Foto di Carlo Marino

Il Consiglio europeo del 19 giugno scorso è stato un Vertice propedeutico a una decisione sul pacchetto Next Generation EU, il Recovery Fund presentato dalla Commissione europea a fine maggio.

L’Europa si trova in una situazione di estrema incertezza e sembra essere opinione generalmente condivisa che Angela Merkel sia la persona in Europa più adatta ad affrontare tale situazione. Grazie alla struttura della Germania, che continua ad essere la locomotiva del continente (pronta ad imporre anche il suo “modello Europa”) e con il consenso alle stelle di cui gode la Cancelliera, i giochi sembrano fatti a livello europeo.

Fino a un anno fa, la Germania apparteneva al gruppo dei cosiddetti “austeri”, poi, però, qualcosa è scattato e i decision makers di Berlino sembrano avere aperto gli occhi sul fatto che, se si fosse andati su quella strada, ci si sarebbe trovati di fronte alla catastrofe.

L’Europa è ormai a tal punto integrata, che se, per un’ipotesi stravagante, l’Italia dovesse uscire, crollerebbe tutto. Infatti il Mes è diventato il centro dei giochi politici della Penisola, con riflessi sulla tenuta del governo e sulla corsa al Quirinale.

Sei mesi potrebbero sembrare insufficienti, ma la congiuntura offre alla Merkel una significativa occasione per salvare l’Unione. In caso contrario, l’Europa si disintegrerebbe e verrebbero fuori gli antieuropeisti.

Va messo in evidenza che ciò cui sta puntando Angela Merkel non viene ancora accettato a fondo dalla politica tedesca, perché la socialdemocrazia è molto vicina alle posizioni della Cancelliera, ma non la Cdu (Cristiano democratici) e la Csu (Cristiano Sociali), che si sentono in sintonia con le posizioni degli olandesi.

Nel caso in cui si dovesse applicare una maggiore solidarietà verso gli altri partner europei, ed, in particolare, verso i Paesi del Mediterraneo, i tedeschi capirebbero che lo status quo di cui hanno goduto, ad esempio con l’euro, non esiste più. La prossima sfida di Angela Merkel sarà il vertice europeo del 17 e 18 luglio, durante il quale dovrà essere approvato il piano finanziario della Commissione, nonché il fondo per la ricostruzione, sulla base della proposta franco-tedesca. La Germania, la Francia e la Commissione Europea punteranno a giungere ad un accordo sul meccanismo di funzionamento da 750 miliardi per soccorrere le economie dei Paesi maggiormente colpiti dal Covid-19. Attualmente, però, le posizioni non sembrano essersi ammorbidite, soprattutto quelle dei paesi del Nord Europa e dell’Olanda. 

di Carlo Marino