I bisogni umanitari raggiungeranno livelli record nel 2023

Il 1° dicembre 2021, l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (United Nations Office for the Coordination of Humanitarian Affairs) ha presentato a Ginevra il 2023 Global Humanitarian Overview (GHO) cioè il rapporto più completo al mondo per la valutazione dei bisogni umanitari. Esso riflette le tendenze globali e i driver dei bisogni umanitari, compresi i cambiamenti climatici e gli eventi meteorologici estremi, i conflitti, le crisi economiche, le epidemie e l’impatto a lungo termine del COVID-19. Il GHO esplora, tra l’altro,  le opportunità per fornire collettivamente assistenza umanitaria in modo più efficiente e tempestivo.

Nel 2023, 339 milioni di persone avranno bisogno di assistenza umanitaria: si tratta di un dato impressionante contenuto nel rapporto dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari. La percentuale di persone bisognose è raddoppiata in soli quattro anni, ha evidenziato l’UNOCHA nel suo “Global Humanitarian Overview 2023” e saranno necessari 51,5 miliardi di dollari per soddisfare i bisogni umanitari nel 2023, un aumento di oltre 10 miliardi rispetto alle proiezioni di un anno fa.

Gli appelli umanitari sono ormai costantemente sotto-finanziati, ma secondo il servizio di monitoraggio finanziario dell’UNOCHA, che pubblica dati sul suo sito web risalenti al 2016, non lo erano mai stati come nel 2022. Anche se nell’anno appena concluso è stato donato più denaro per gli appelli umanitari rispetto a qualsiasi altro anno precedente, per la prima volta i paesi donatori hanno donato meno della metà di quanto le Nazioni Unite avevano dichiarato necessario: 25,1 miliardi di dollari, ovvero il 49% dell’obiettivo dell’OCHA.

Il rapporto mette in luce, inoltre, che l’aumento dei bisogni umanitari a causa della guerra in Ucraina e il suo impatto sui prezzi del cibo, ha avuto ripercussioni anche su altre aree di bisogno umanitario. Il divario tra le esigenze e i finanziamenti ricevuti non è mai stato così ampio o preoccupante in un’epoca in cui è in corso la più grande crisi alimentare globale della storia moderna. Secondo le stime contenute nel documento centinaia di milioni di persone rischiano di ritornare alla fame a causa dei conflitti che si stanno svolgendo, degli shock climatici e dall’incombente minaccia di una recessione globale.

L’UNOCHA ha pubblicato anche i dati riguardanti 41 appelli umanitari, inclusi 27 piani di risposta umanitaria incentrati su singoli paesi, 6 appelli lampo per affrontare crisi specifiche, 8 piani di risposta regionali e altri 2 appelli speciali.

L’appello più importante è stato il Piano di risposta e resilienza per i rifugiati siriani, che ha richiesto 6,08 miliardi di dollari ma ne ha ricevuto solo 1,61 miliardi, il 26,4% del fabbisogno.

Dai dati emerge che le crisi umanitarie più sotto-finanziate sono state anche le più grandi. L’appello sulla Siria ha richiesto 4,44 miliardi di dollari, ma ha ricevuto solo 1,91 miliardi di dollari, il 43,1%. Simile la situazione concernente l’Afghanistan: su una richiesta di 4,44 miliardi di dollari, ne sono stati ricevuti solo il 55,8%, cioè 2,5 miliardi. L’appello dello Yemen ha richiesto 4,27 miliardi di dollari, ma ha ricevuto 2,40 miliardi di dollari, il 56,3%. La crisi meno finanziata in termini percentuali è stata quella contro il colera di Haiti, che aveva richiesto 145,6 milioni di dollari, ma ha ricevuto 14,3 milioni di dollari, solo il 9,8%.

L’appello lampo per l’Ucraina, invece, è stato relativamente ben finanziato, avendo ricevuto 3,34 miliardi di dollari su una richiesta di 4,29 – il 77,8% – sebbene la maggior parte del denaro per l’Ucraina sia stata impegnata al di fuori del piano delle Nazioni Unite, con il paese che ha ricevuto complessivamente 16,7 miliardi di dollari in assistenza umanitaria, secondo i dati raccolti dal Kiel Institute for the World Economy.

di Carlo Marino

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