Buone notizie dalla scuola

Le altre Olimpiadi di questa estate

La vis polemica che infiamma ogni evento pubblico è forse una nostra caratteristica nazionale.  Il confronto è difficilmente pacato e razionale, il cahier de doléances lungo e ripetitivo. Mentre si discute sul certificato verde, i docenti non vaccinati e la necessità per studenti e famiglie di iniziare un anno scolastico “normale”, fa piacere dar conto dei buoni risultati, che i nostri ragazzi hanno riportato nelle competizioni internazionali che si sono svolte in questi mesi estivi. Generalmente, si parla sempre di classifiche europee che ci vedono agli ultimi posti per competenze di base e questo naturalmente deve preoccuparci e spingerci a colmare un divario, che vede soprattutto gli studenti del Sud avere difficoltà nella lettura e comprensione di un testo. Questa estate ci ha regalato, forse a sorpresa, dei momenti indimenticabili alle Olimpiadi di Tokyo, soprattutto perché il sistema Paese, a differenza delle altre nazioni, che hanno mietuto un ricco bottino di medaglie, investe poco a livello pubblico e spesso male sui vivai per nuove generazioni di atleti.

Accanto a queste Olimpiadi, si sono svolte quelle meno note in varie discipline scientifiche, che mettono in contatto giovani di scuole secondarie di molti paesi del mondo. Il 23 luglio si è conclusa la XXXI edizione delle Olimpiadi Internazionali di Biologia (IBO CHALLENGE), la più importante manifestazione del settore per le scuole secondarie di I grado, che ha visto la partecipazione di ragazzi di 75 paesi di ogni parte del mondo. La competizione, organizzata quest’anno dal Portogallo, si è svolta interamente on-line. La squadra italiana era composta da studenti vincitori nella categoria triennio-sezione biologia delle Olimpiadi nazionali, patrocinate dal Ministero dell’Istruzione. Tra le medaglie vinte dall’Italia, tre argenti per i nostri giovani studenti di Torino, Taranto e Imola.

Un altro brillante risultato è stato conseguito alle Olimpiadi Internazionali di Matematica. La nostra squadra ha conquistato una medaglia d’oro, quattro argenti e un bronzo e ha portato l’Italia al settimo posto nella classifica mondiale, in questa sessantaduesima edizione, che ha avuto luogo il 19 e il 20 luglio. Anche questo evento, programmato inizialmente a San Pietroburgo, in Russia, si è svolto online, per consentire la partecipazione del maggior numero possibile di giovani. Su 107 nazioni il nostro piazzamento è stato ottimo, a pari merito con Israele, alle spalle solo di Cina, Russia, Corea del Sud, Stati Uniti, Canada e Ucraina.

Due medaglie d’argento e tre di bronzo anche per la squadra italiana che ha gareggiato alle 51esime Olimpiadi Internazionali della Fisica (IPhO), organizzate dall’Università di Vilnius in Lituania e svoltesi online sempre a luglio, con la partecipazione di studenti di 76 paesi di tutte e cinque i continenti. Nella gara, individuale, i concorrenti hanno dovuto cimentarsi in una prova teorica e una sperimentale, entrambe molto impegnative. Gli studenti italiani, che erano a loro volta vincitori della competizione italiana, hanno seguito un laborioso periodo di formazione e preparazione al confronto internazionale da parte di docenti qualificati.

A difendere il tricolore alla trentatreesima edizione delle Olimpiadi di Informatica quattro studenti provenienti da Imola, Milano, Treviso e Catania. Quest’anno vi è stata nell’ambito sempre dell’Informatica una novità: l’Italia ha partecipato ad una competizione interamente al femminile, svoltasi a Zurigo, la prima edizione di EGOI, European Girls’ Olympiad in Informatics. Tra i 43 paesi partecipanti, di cui 30 europei, le nostre ragazze hanno conquistato due medaglie di bronzo.

Queste manifestazioni, che sono anche un momento di confronto tra sistemi diversi di istruzione, metodologie ed esperienze, devono spronare tutto il mondo scolastico a lavorare meglio e rendere partecipi sempre di più tutti gli attori interessati. Si deve agire per avere soddisfacenti livelli di base in tutte le materie e spingere all’approfondimento e all’innovazione dei metodi di insegnamento, soprattutto delle materie scientifiche, anche per contrastare una deriva irrazionalista, che vediamo serpeggiare nell’opinione pubblica, troppo poco informata e lontana dal mondo delle scienze.

di Rosaria Russo