UNA NOTTE DI SALOMÈ di EMANUELE VACCHETTO al Teatro Lo Spazio in Roma

Foto per gentile concessione Alessandra Teutonico Ufficio Stampa e Marketing

Dall’11 al 14 gennaio 2024 al Teatro Lo Spazio è andato in scena UNA NOTTE DI SALOMÈ di EMANUELE VACCHETTO per la regia di Riccardo D’Alessandro. La trama si svolge di notte, quasi al mattino; un vecchio pub di periferia è il luogo in cui si incontrano due donne, dal passato e dalla vita completamente antitetici. Mentre la tenutaria del pub sta pulendo il locale, lasciato quasi abbandonato dal marito alcolizzato che dorme in un angolo, bussa alla porta una donna, con un cappello in testa e una grande borsa, dai modi alquanto strani. Sembra voler nascondere la sua identità; chiede di bere un whisky. La padrona del locale Desideria inizialmente la scambia per una prostituta e non vuole acconsentire a servirla, tanto più che ormai il locale è chiuso; ma poi si rende conto che si tratta della famosa attrice Veronica Lopez, il suo idolo. Desideria e Veronica hanno occasione di fare amicizia e raccontarsi le loro vite, i fallimenti affettivi, soprattutto i sogni infranti: il matrimonio che desideravano è stato frutto di dolore e afflizione. La mancanza di un figlio e l’impossibilità di essere madre, ha generato frustrazione e sete di rivalsa e vendetta proprio su quel compagno che non le ha comprese, o tutelate. Si tratta del racconto di come sia difficile essere donne oggi… Le due protagoniste vivono due matrimoni difficili e in più senza il conforto di figli che, per motivi diversi, non hanno potuto avere. Una è un’attrice, l’altra la proprietaria di un bar. La prima entra nel bar poco prima che venga chiuso. Le due cominciano a parlare delle loro solitudini. Il loro incontro, dall’imprevedibile finale, darà una svolta alle loro vite.

Nelle note di regia D’Alessandro ha scritto:

“La notte, spesso, ha il potere di trasformare le cose rendendole sfocate e affascinanti. Si rischia di perdersi osservando la luna che porta ai pensieri, alle riflessioni più intime e dolorose. A volte si ha la possibilità di dialogare ma soprattutto di ascoltare e nel silenzio di uno sguardo di riconoscersi. Il tempo è sospeso in uno spazio calmo e avvolgente che lascia spazio al ricordo…agli amori finiti e violenti, alle debolezze e la voglia di rivalsa. In quell’istante si torna ad essere liberi fino a quando la luce dell’alba ci riporta alla realtà e ci invita a ricominciare, a rivestirsi del proprio personaggio e tornare alla frenesia del giorno. In questa notte, in questa bolla magica e sospesa, in un bar di periferia parte la storia di Daisy e Veronica. Anche questa volta come è stato per “bello e impossibile” ho deciso di portare in scena un testo contemporaneo che getta le basi su un classico della letteratura.

È sempre molto affascinante notare come gli esseri umani, nonostante l’evoluzione del nostro tempo, siano mossi dagli stessi istinti e bisogni e anche nella nostra epoca purtroppo l’eros e il thanatos si incontrano molto spesso. Realtà e leggenda si mescolano in uno spazio e un tempo attuale.”

di Eleonora Marino