K.Z. Disegni degli internati nei campi di concentramento nazifascisti
Nel 1983 Arturo Benvenuti autoproduce e pubblica le prime 1500 copie di quest’opera rara e quasi unica nel suo genere, guadagnandosi l’apprezzamento di Primo Levi che ne scrive la prefazione e l’encomio di Nilde Iotti, all’epoca Presidente della Camera.
Pittore, artista e fotografo di Oderzo, Benvenuti peregrinò attraverso i luoghi della Shoah, svolgendo una ricerca importantissima di disegni realizzati clandestinamente dagli internati.
Nella lingua yiddish, parlata dagli ebrei della Mitteleuropa, K.Z. è un acronimo che significa Konzentration Zender, campo di concentramento. K.Z. sta ad indicare più specificamente Ka-tzetnik, il prigioniero del campo e così infatti erano chiamati i detenuti dei lager, insieme ad un numero.
Consultando archivi, biblioteche pubbliche, musei di storia cittadina, recandosi negli stessi campi di Auschwitz, Terezin, Mauthausen e Buchenwald, peregrinando tra il 19179 ed il 1982 da Parigi a Vienna, Praga, Budapest, Ginevra, Londra, in breve visitando quasi tutte le principali città europee, Arturo Benvenuti è riuscito a raccogliere e selezionare 276 disegni di internati.
Una testimonianza visiva dell’umanità martoriata in quei luoghi di orrore indicibile. Alcuni disegni hanno un intrinseco valore estetico, poiché realizzati da artisti professionisti, ma non sono meno importanti quelli eseguiti da disegnatori improvvisati, tutti accomunati dalla necessità di lasciare traccia di quanto accadeva. I disegni furono realizzati con i pochi mezzi a disposizione, in condizioni impossibili, volendo dare un’estrema testimonianza delle brutalità viste e subite. Queste opere sono dirette a noi, ai posteri, un grido disperato, perché non cadessero nell’oblio quelle vite, rapite dalla follia di un Male assurdo e assoluto.
Grazie ad un’importante opera di ristampa da parte dell’editore Becco Giallo nel 2014, è possibile sfogliare le pagine di questo libro nella nuova edizione, con lo stesso rispetto, silenzio e umanità con la quale si visitano i luoghi dell’Olocausto. Arturo Benvenuti, venuto a mancare nel 2020, ritiene che il senso profondo di queste immagini sia la “resistenza” dell’uomo ad una realtà mostruosa e terrificante, la rivolta dell’umanità non annientata, nonostante tutto.
di Rosaria Russo