La Resistenza ebraica in Europa di Daniele Susini
La Fondazione Memoria della Deportazione ha presentato a Milano il 17 gennaio il volume di Daniel Susini, La resistenza ebraica in Europa. Storia e percorsi 1939-1943, edito da Donzelli. Si tratta del quarto volume della serie della Fondazione, con la prefazione di Laura Fontana e la postfazione di Alberto Cavaglion.
Daniele Susini è storico ed esperto di educazione alla Memoria, anima inoltre il progetto “Storia per tutti” che nelle scuole organizza percorsi sui temi della Shoah, della Resistenza, del fascismo e della Costituzione. Susini è anche collaboratore del Mémorial de la Shoah di Parigi, direttore del Museo della Linea gotica di Montescudo e consigliere dell’Istituto storico della Resistenza di Rimini.
Nella visione comune gli ebrei sono stati rappresentati come vittime inermi della violenza nazista. È questa l’immagine prevalente che solleva, soprattutto nei ragazzi che si accostano alla Shoah, interrogativi frequenti. Perché gli ebrei non si sono difesi? Perché non hanno opposto resistenza alla dilagante ed efferata barbarie scatenata nei loro confronti?
Vi è una visione storica distorta e parziale su tale tema, poiché l’urgenza della memoria ha prevalso su una più articolata narrazione di quegli eventi. La necessità di non dimenticare i morti e i campi di sterminio, di fare in modo che la memoria, una volta scomparsi i testimoni diretti, rimanesse vigile e viva, ha fatto sì che le celebrazioni abbiano sempre privilegiato gli esiti dello sterminio, senza guardare a cosa fecero gli ebrei in quegli anni in reazione alle politiche liberticide e poi sempre più liquidatorie dei regimi nazista e fascista.
Il libro di Daniele Susini abbraccia il punto di vista delle vittime, che, prima di diventare tali, in molti casi praticarono varie strategie di resistenza.
Tante sono le sfaccettature del vasto movimento di opposizione al tentativo di annientamento morale e materiale del popolo ebraico, in particolare nei paesi dell’Est, dove il fenomeno è stato più diffuso ed importante. Vi fu resistenza armata ma anche spirituale e culturale, fino alle innumerevoli forme di salvataggio e autoaiuto attuate nei ghetti e perfino nei campi di sterminio. La ricerca di Susini guarda agli ebrei come ad individui che in forme diverse, minime o esplicite, hanno lottato contro la violenza senza precedenti che li aveva travolti, arricchendo la memoria della più grave tragedia del Novecento del racconto di vite attive ed evitando di ridurla solo ad un tragico bilancio di morti.
Questo testo va ad aggiungere un ulteriore tassello alla conoscenza del periodo che vide il dispiegarsi della discriminazione razziale su scala continentale, soprattutto ragionando sulle reazioni e i loro tempi, più o meno tempestivi, dei gruppi attaccati.
di Rosaria Russo