“Tutti i bagliori del cielo”

Trent Dalton

HarperCollins

“E l’uccello continuò a volare agitando le ali stanche, sempre più in alto nel cielo notturno, finché non incontrò tre giovani stelle che parlavano fra loro”.

Dopo un esordio a dir poco scoppiettante – il suo “Ragazzo divora universo” ha vinto numerosi premi letterari ed ha ricevuto ampi consensi, oltre che dalla critica, anche e soprattutto dal pubblico – Trent Dalton torna in libreria, ancora una volta con Harper Collins, con “Tutti i bagliori del cielo”.

La storia si svolge in Australia, a Darwin, per la precisione, città australiana sulla quale – in quanti lo sapevamo? – si sono abbattute le bombe giapponesi della seconda guerra mondiale e un tifone di nome Tracy, che trent’anni dopo l’avrebbe quasi completamente rasa al suolo.

Ma torniamo al 1942, per incontrare Molly Hook, la piccola figlia del guardiano del cimitero che, fuggita dalle violenze della casa paterna, decide di sfidare la sorte e, ormai orfana della madre, si mette alla ricerca di Longcoat Bob, lo stregone che ha lanciato una maledizione sulla sua famiglia; quella che lei vuole adesso, a tutti i costi, cancellare.

Suoi compagni di viaggio in questa impresa a dir poco sconsiderata sono l’attrice Greta e Yukio, un pilota giapponese che, malgrado la guerra e malgrado i bombardamenti, sembra essere stato mandato dalla Provvidenza.

Insieme, iniziano un viaggio pieno di insidie, ma anche di scoperte e di sogni che – come in ogni tempo ed in ogni luogo – talvolta si realizzano, altre volte restano tali; e per Molly Hook e per i suoi compagni di viaggio, l’incontro con la natura magica del nord dell’Australia è a tratti esitante, spesso pericoloso e contro ogni logica, ma non per questo meno necessario e voluto.

Un cammino che Dalton decide di raccontarci a modo suo, rendendoci al tempo stesso partecipi e testimoni, attori e spettatori di una vivida, grandiosa, rappresentazione, quella dell’uomo, piccolo, al cospetto della Natura, grande, anzi grandissima.

Si muoveranno, vedrete, i tre viaggiatori, tra il golfo di van Diemen e la baia di Snake, tra la Rum Jungle e la vasta zona umida e selvaggia del nord dell’Australia, lungo un percorso che è anche della memoria e della consapevolezza. Starà a voi decidere se seguirli in religioso silenzio o far partire “Van Diemen’s Land” degli U2, la struggente ballata di “Rattle and hum” dedicata a John Boyle O’Reilly.

di Camillo Scaduto