Studenti in DAD, disagi ambientali e carenze cognitive

Aspetti  particolarmente preoccupanti  per le famiglie presenta lo stato di disavanzamento culturale e le carenze cognitive dei  propri figli: talenti in fieri, tenuti per lungo tempo in condizioni di disagio  ambientale, per l’indifferibile, improcrastinabile scelta della didattica a distanza, adottata da parte di tutti i  governi mondiali, a salvaguardia della  salute individuale e collettiva contro l’inesorabile aumento del proliferarsi del virus provocato dalla peggiore pandemia del millennio.

A distanza di un anno dall’utilizzo della DAD (acronimo di didattica a distanza) si registrano disturbi  post traumatici da stress a danno  di  giovani menti, depauperate dal dare sfogo ai  naturali impulsi fisiologici, repressi dai negati principali  momenti  di implemento socializzativo: nutrimento essenziale e vitale delle primordiali fasi di crescita, tipiche dell’età evolutiva.

La continua, e per lungo tempo, nuova modalità, (innaturale ed irrituale)  adottata e prescritta quale ordinario  svolgimento dell’attività didattica, attuata attraverso l’utilizzo dei soli strumenti informatici,  ha stabilito una negativa interazione con la classe, attraverso  la connessione ad  un PC, mediante l’utilizzo di uno schermo ed un microfono, non sempre perfettamente attivi e  funzionanti, che, a distanza di quasi un anno,  è risultata essere  la principale causa di :

  • forti disagi ambientali;
  • gravi disturbi comportamentali;
  • sdoppiamento della personalità;
  • carenze cognitive;
  • disaffezione verso l’apprendimento.

Non è di poco conto l’alimento evolutivo negato ai giovani:

  • assenza di emozioni nell’interazione telematica;
  • lo sgambetto all’amico in segno di sfida e di amicizia;
  •  la complicità di uno sguardo;
  • l’ammiccamento amorevole verso il docente per cercare di rabbonirlo;
  •  quel panino a volte costruito ad arte per poterlo offrire, rendendosi consapevole di  una civetteria e di un approccio maldestro ma costruito con anima e corpo;
  •  la continua tensione per una preparazione incompleta, momento di crescita per evitare l’errore e cercare di ritornare più preparati per sentirsi pronti ad una nuova sfida e confrontarsi con chi, invece, interrogato senza preavviso sembra sempre mostrare il meglio del proprio individuale, pieno, discernimento culturale;
  •  la mancanza di stimoli mentali;
  • il non potersi più confrontare a viso aperto;
  •  quel bacio sfuggito sulla guancia dell’amichetta che rende più bello il volersi recare a scuola;
  •  l’accrescersi e il vedersi tutti i giorni con nuovi stimoli e diverse creatività.

Confrontarsi, crescere, tutto questo è mancato ai giovani di tutto il mondo.

Come   si potranno recuperare i danni, involontariamente, inferti ad una generazione che si appresta ad essere la successiva a quella che ci governa?

Tutti interrogativi che troveranno risposte salate ed amare negli anni a venire per i drammatici eventi del nostro tempo, che hanno rapito corpo e anima dell’essere in crescita.

di Angela Gerarda Fasulo