Stanziati circa 115 milioni di euro in sei anni per salvaguardare 2.400 esodati. Domande da presentare all’Inps entro inizio marzo 2021

La nuova tutela ha un costo di 115,1 milioni di euro in 6 anni per salvaguardare 2.400 esodati che maturano i requisiti per andare in pensione successivamente al 31 dicembre 2011. La nuova salvaguardia (per la quale le domande dovranno essere inoltrate all’Inps entro inizio marzo 2021) riguarda i seguenti lavoratori che maturano la pensione con i requisiti ante 2011 entro dicembre 2021: i lavoratori autorizzati alla prosecuzione volontaria della contribuzione anteriormente al 4 dicembre 2011 i quali possano far valere almeno un contributo volontario accreditato o accreditabile alla data del 6 dicembre 2011, anche se hanno svolto, successivamente alla data del 4 dicembre 2011, qualsiasi attività, non riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato; i lavoratori autorizzati alla prosecuzione volontaria della contribuzione anteriormente al 4 dicembre 2011, ancorché al 6 dicembre 2011 non abbiano avuto un contributo volontario accreditato o accreditabile alla predetta data, a condizione che abbiano almeno un contributo accreditato derivante da effettiva attività lavorativa nel periodo compreso tra il 1º gennaio 2007 e il 30 novembre 2013 e che alla data del 30 novembre 2013 non abbiano svolto attività lavorativa riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato.

La salvaguardia viene estesa poi a quei lavoratori, con gli stessi requisiti di cui sopra, il cui rapporto di lavoro si è risolto entro il 30 giugno 2012, dopo il 30 giugno 2012 ed entro il 31 dicembre 2012 in ragione di accordi individuali; i lavoratori il cui rapporto di lavoro sia cessato per risoluzione unilaterale, nel periodo compreso tra il 1º gennaio 2007 e il 31 dicembre 2011.

Restano dunque esclusi i lavoratori collocati in mobilità dal dicembre 2011. La salvaguardia viene poi estesa a quei lavoratori che matureranno la pensione entro dicembre 2021 e che hanno cessato di lavorare per assistere figli con disabilità gravi. Viene inoltre prevista una salvaguardia per quei lavoratori, che matureranno la pensione entro dicembre 2021, che avevano contratti a termine o di somministrazione a termine (ad esclusione di braccianti e stagionali) cessati tra il 1 gennaio 2007 e il 31 dicembre 2011 e non abbiano da loro avuto alcun contratto a tempo indeterminato.

La Rgs aveva chiesto lo stralcio della norma ma è stata riformulata sui saldi, prevedendo la ricognizione delle risorse da parte dell’Inps e non la non accettazione di domande oltre il limite di spesa previsto.

di Massimiliano Gonzi