Sponz Fest 2021 e il futuro delle aree appenniniche ai tempi della pandemia

Dal 2013 in Alta Irpinia, uno di quei luoghi interni che Manlio Rossi Doria definì “terre dell’osso” in contraltare alla polpa delle coste e delle pianure urbanizzate, si è tenuta una esperienza che ha cercato di fare del vuoto una risorsa. La storia di Sponz Fest è quella di una comunità non geograficamente localizzata, che ha cercato di farsi laboratorio di un’idea del mondo più vicina a quella che si vorrebbe. Non esattamente un festival, più invece una festa intesa come sovvertimento dell’ordine, interruzione del tempo dell’utile, il cui basso continuo fosse il paesaggio fisico e umano, e il cui motore fosse “l’arte dell’incontro”.

La salvaguardia e la rigenerazione dei paesi delle aree interne, sempre più necessaria anche in relazione alla crisi del modello urbano e a un riequilibrio dell’insediamento e dei modelli di vita, sono il tema prevalente di questa edizione. Il direttore artistico Vinicio Capossela sostiene che, attraverso politiche mirate e l’utilizzo delle nuove tecnologie, è possibile creare le condizioni, affinché le persone abbiano l’opportunità di scegliere di rimanere, di ritornare o anche di arrivare per la prima volta in un territorio, che solitamente è visto come un luogo da cui partire.

In Alta Irpinia è stato l’anniversario del terremoto dell’80. Si vorrebbe partire da quelle macerie e dall’idea di territorio che stava dietro alla ricostruzione per immaginare i prossimi anni, il futuro delle aree appenniniche ai tempi della pandemia, dell’auspicato new green deal, dei cambiamenti nelle aspettative di qualità della vita. Questo vale per l’Alta Irpinia ma allo stesso modo per molte delle terre interne, cui lo sviluppo economico ha in gran parte riservato lo stesso destino: spopolamento, perdita dei servizi, saccheggio energetico e il diventare luogo di smaltimento di scorie e rifiuti prodotti altrove. Ecco anche perché quest’anno per la prima volta lo Sponz Fest ha allargato i suoi confini uscendo dalla Campania per una speciale anteprima in Emilia, con una “Costola Reggiana” del festival a inizio luglio.

Dopo un’edizione 2020 dedicata all’acqua come elemento di purificazione e rigenerazione, realizzata lungo il corso dei fiumi Ofanto e Sele, lo Sponz 2021 propone una riflessione sulle cosiddette terre dell’osso. Dichiara il direttore artistico Vinicio Capossela. Sarà un’edizione inserita in un più ampio dibattito per ripensare le aree interne in una visione verticale della geografia, che non distingue tra nord e sud ma tra spina dorsale e aree urbanizzate.  Sono state le aree interne, le terre dell’osso, le protagoniste di “Sponz All’Osso – Per un manifesto delle aree interne”, la nona edizione del Fest ideato e diretto da Vinicio Capossela, dal 25 al 29 agosto a Calitri e in Alta Irpinia.

Programmato e sostenuto dalla Regione Campania attraverso Scabec – Società Campana Beni Culturali, lo Sponz Fest è prodotto dall’Associazione Sponziamoci, La Cupa e International Music and Arts (IMARTS) e ha ottenuto la prestigiosa certificazione ECOEVENTS avallata da Legambiente.  Questa nona edizione è stata concepita come un campo base, un laboratorio a cielo aperto in cui fare confluire le esperienze e il pensiero. Il campo è stato allestito sopra al paese di Calitri, in località Gagliano, di fronte alla pietra su cui poggia il paese di Cairano.

Cinque giorni di concerti, spettacoli, incontri con grandi ospiti nazionali e internazionali. Tra gli ospiti confermati di Sponz All’Osso oltre a Vinicio Capossela: il leggendario chitarrista Marc Ribot, il grande eretico della musica italiana Iosonouncane, lo scompaginatore artistico Jacopo Leone e le sperimentazioni sonore di Matt Elliott e Daniel Blumberg, la cantante spagnola Martirio e Raul Rodriguez, la leggenda del punk italiano Dome La Muerte, lo scrittore Giuseppe Catozzella, l‘accademico e critico musicale Alessandro Portelli, lo storico Carlo Ginzburg, la giornalista Annalisa Camilli, il monaco e saggista Enzo Bianchi, le scrittrici Donatella Di Pietrantonio e Licia Giaquinto e molti altri.

E poi le lezioni della Libera Università per Ripetenti con i suoi corsi per l’ossatura di un manifesto delle aree interne, i laboratori creativi, i tavoli di lavoro per la creazione di un Manifesto delle Aree Interne, gli itinerari “Visitazioni” nella terra dell’Osso organizzati da Campania Artecard per riscoprire meravigliosi borghi, luoghi della cultura e musei dell’Irpinia e tanto altro.

di Eleonora Marino