Sounds for Silents al Teatro Palladium in Roma

Fino al 30 giugno al Teatro Palladium in Roma è stato possibile assistere ai film delle pioniere del cinema muto attraverso Sounds for Silents, la rassegna di film muti sonorizzati dal vivo che ha ridato vita al grande cinema del passato per rendere omaggio alle donne che hanno animato la nascente arte cinematografica.

Dopo gli omaggi alle registe internazionali Lois Weber e Alice Guy, alle italiane Elvira Giallanella e Elvira Notari si è proseguito martedì 22 giugno con la proiezione del film Assunta Spina (1915) di Francesca Bertini e Augusto Serena, tra i film di maggior successo del cinema muto italiano. La storica del cinema Cristina Jandelli ne ha introdotto la visione approfondendo il tema del divismo in Italia e il caso di Francesca Bertini, prima vera diva italiana. La sonorizzazione è stata a cura dell’Orchestra dell’Università di Parma.

Francesca Bertini e Mary Pickford (immagini di repertorio

Venerdì 25 giugno Veronica Pravadelli ha introdotto Little Annie Rooney (1925) di William Beaudine, film che rese celebre l’attrice Mary Pickford, allora quasi trentenne, nei panni della piccola Annie, bambina ribelle e capo di una banda di bambini di quartiere. Ha chiuso la rassegna il 30 giugno la Roma Tre Jazz band con la sonorizzazione di alcuni corti muti con protagoniste attrici comiche come Gigetta Morano, la cui visione è stata introdotta dalla critica cinematografica Ilaria A. De Pascalis.

Sounds for Silents, ideato da Luca Aversano e da Giandomenico Celata in collaborazione con Vito Zagarrio, è stato promosso e organizzato dalla Fondazione Roma Tre Teatro Palladium, in collaborazione con la Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia, il DAMS dell’Università Roma Tre e con il Conservatorio Santa Cecilia di Roma e con il sostegno del MIBACT e del MIUR attraverso il Bando Cinema per le Scuole.

Il programma, curato da Veronica Pravadelli, si è incentrato sul ruolo delle donne ai primordi della nascente arte cinematografica, con l’obiettivo di evidenziare il contributo che le attrici hanno offerto all’emergere del fenomeno del “divismo” a partire dagli anni Dieci del Novecento, e valorizzare il lavoro delle numerose registe che hanno avuto carriere importanti ma troppo spesso dimenticate. 

di Eleonora Marino