Roberto Ricci D’Andonno, Ànemos

David Livingstone e Henry Morton Stanley: mossi da insaziabile sete di scoperta. Amelia Earhart: indomita pioniera dei cieli. Napoleone e Gengis Khan: viaggiarono su percorsi e distanze importanti, alla ricerca di gloria e nuove conquiste. Tutti sono ricordati, celebrati, portati ad esempio di ciò che l’uomo può raggiungere con determinazione e forza di volontà.

“D’Andonno storiche” – collage immagini storiche originali cui il fotografo si è ispirato (photo by Roberto Ricci D’Andonno)

I protagonisti dei ritratti di Roberto Ricci D’Andonno, fotografo piemontese pluripremiato, hanno intrapreso viaggi lunghi e rischiosi verso l’Italia per ben altre motivazioni. Fame, guerra, povertà li hanno spinti a imbarcarsi in fortunosi percorsi alla ricerca di una vita migliore, talvolta di una vita tout court. Uomini e donne ritratti come personaggi di un dipinto di Jacques-Louis David, su sfondi scuri da cui la figura emerge silente ma significativa, a raccontare una storia attraverso posa, sguardo, abiti. Sono vestiti dei panni di viaggiatori famosi, generali ed esploratori. L’osservatore si perde nel gioco di riconoscere la pipa di Cousteau, il cappotto con le mostrine di Napoleone, dove la mano si infila tra i bottoni dorati a massaggiare quello che – ci dicono gli storici – forse fu un tumore dello stomaco. La pelliccia del grande condottiero mongolo Gengis Khan, l’elmo piumato di Alessandro Magno lo riportano alle lezioni apprese sui libri di storia. Ma sono altri volti quelli che fissano l’obiettivo. Attraverso gli scatti di D’Andonno conosciamo le storie di rifugiati provenienti da paesi in cui le parole carestia e persecuzione religiosa hanno ancora il suono della modernità. Piegati ma non vinti, hanno affrontato viaggi degni dei più famosi esploratori, su mezzi di fortuna e senza certezza sul dove, quando, né se sarebbero giunti a sponde sicure. Eppure, a differenza dei grandi viaggiatori di cui hanno indossato gli abiti, la Storia non riconosce la loro impresa, sebbene mossa dalla motivazione più nobile di tutte, la ricerca di un futuro per sé e per i propri cari. Ottanta volti, con una selezione finale di venticinque ritratti, scattati lungo tre anni di lavoro a Firenze, presso Villa Pepi, un locale in uso alla Caritas come centro di prima accoglienza.

Il fotografo Roberto Ricci D’Andonno (photo by Roberto Ricci D’Andonno)

Roberto Ricci D’Andonno ha portato la sua sensibilità tra i duecento giovani ospiti del centro, spiegando la finalità del progetto un po’ in inglese, un po’ in francese, un po’ in italiano. “Da fotografo, volevo affrontare il dramma dell’immigrazione da una prospettiva più concettuale di quella meramente da reportage – spiega – perché purtroppo negli ultimi anni, a causa delle numerose tragedie delle carrette del mare, puntualmente riportate dai telegiornali, il pubblico si è come desensibilizzato anche alle immagini più forti. Ho cercato quindi di suscitare in chi guarda i miei ritratti una reazione diversa, di spingerlo alla riflessione” conclude. Per questo il progetto si intitola Ànemos, come il latino anima ma anche come il greco vento. Perché è portati dal vento, più da imbarcazioni a motore, che i migranti arrivano sulle nostre spiagge. La risposta degli ospiti del centro di prima accoglienza non si è fatta attendere.

N.G., proveniente dall’Etiopia, con le vesti di Alessandro Magno (photo by Roberto Ricci D’Andonno)

Ragazzi e ragazze, provenienti in gran parte dall’Africa Sub-Sahariana, ma anche da Pakistan, Mongolia, Albania e Afghanistan, hanno scelto personalmente il costume che preferivano per posare. “Tutti i materiali per la realizzazione degli abiti sono stati raccolti e messi insieme da me, con l’aiuto di una cara amica creativa e di mia madre, che è una bravissima sarta: – dice con orgoglio il fotografo – insieme abbiamo acquistato, modificato e preparato tutti gli accessori affinché fossero quanto più somiglianti possibile a quelli della ritrattistica classica”. Una cura e un’attenzione che hanno condotto ad un risultato di grande pregio, che contribuisce a mostrare al mondo persone spesso invisibili, ma non meno eroiche dei grandi viaggiatori ricordati dalla Storia.

La collezione di ritratti, presentata per la prima volta a Ventimiglia presso la Biblioteca Civica e poi a Lecce, è ora visibile sul sito dell’autore www.robertoriccidandonno.com e sul suo profilo Instagram roberto_ricci_dandonno.

Al momento D’Andonno lavora alla seconda parte del progetto.

di Giovanna Uccheddu