Riforma del Csm e dell’intero ordinamento giudiziario. David Ermini, vicepresidente del Csm, interviene all’inaugurazione dell’Anno giudiziario: “passaggio ineludibile e urgente per restituire credibilità al sistema giustizia”.

“La riforma del Csm segna una cesura rispetto al passato, ma è compito dell’associazionismo giudiziario e di ciascun magistrato recuperare il rigore che impone la coscienza del proprio ruolo e preservare l’organo di governo autonomo da logiche di appartenenza e indebite pressioni”.

Lo ha detto il vicepresidente del Csm David Ermini, collegato in videoconferenza nella giornata conclusiva dell’inaugurazione dell’Anno giudiziario dell’Unione delle Camere penali italiane in corso a Catanzaro.

“La riforma del Csm e dell’ordinamento giudiziario – ha detto ancora Ermini – è passaggio ineludibile e urgente (come ripeto da oltre due anni) per restituire credibilità e fiducia nel sistema giustizia e nell’ordine giudiziario, e però non può assolvere la magistratura dalla necessità di una seria riflessione e un profondo rinnovamento culturale e morale”. “Ci sarà modo nei prossimi giorni – ha aggiunto il vicepresidente del Csm – di valutare con più attenzione le novità introdotte dagli emendamenti governativi.

Io resto dell’idea che un riassetto complessivo dovrebbe prevedere l’istituzione di un’Alta Corte a cui affidare i procedimenti disciplinari di tutte le magistrature e di impugnazione delle delibere consiliari. È una prospettiva che non solo porterebbe a unificare il disciplinare tra tutte le giurisdizioni, ma risolverebbe alla radice alcuni aspetti problematici”. 

Forza Italia mantiene qualche perplessità su alcuni punti. “Il sistema elettorale dei togati del Csm indicato nella riforma approvata dal Consiglio dei ministri “non va bene”, ha detto a Rainews 24 il vicepresidente di Fi, Antonio Tajani, che ha aggiunto: “lo correggeremo in Parlamento”, spiegando di puntare a un sorteggio temperato. 

di Massimiliano Gonzi