Pubblicato il Rapporto ARAN sulle retribuzioni dei pubblici dipendenti. Focus su contratti e risorse 2022-2024: 10 miliardi di euro e 6,2% l’aumento medio degli stipendi

L’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (ARAN) ha pubblicato il rapporto semestrale sulle retribuzioni, mettendo in luce importanti novità per il pubblico impiego e focalizzandosi sulla nuova tornata contrattuale 2022-2024, formalmente avviata nello scorso mese di gennaio con la trasmissione della cosiddetta “direttiva madre” all’ARAN da parte del Ministro della pubblica amministrazione. Dal rapporto emerge come l’entità complessiva delle risorse destinate ai rinnovi contrattuali corrisponda a circa 10 miliardi di euro, che si traduce in un aumento medio delle retribuzioni vicino al 6%.

Aumento medio che sale al 6,2% se si considerano le risorse previste per alcuni settori o comparti da specifiche disposizioni di legge, che il rapporto stima in circa 700 milioni di euro. Il rapporto effettua anche un confronto con le tornate contrattuali precedenti. A fronte del 6% riconosciuto nel 2022-2024, l’incremento fu del 3,5% nel 2016-2018 e del 4% nel 2019-2021.

In termini di “grande media” per il complesso del settore pubblico, queste dinamiche offrivano miglioramenti retributivi di circa 90 euro al mese nel 2016-18, poco meno di 110 nel 2019-21 ed infine circa 160 a regime nel 2024. Confrontando queste dinamiche con il tasso di inflazione dei rispettivi periodi si nota l’assenza di una relazione particolarmente robusta. I tassi di inflazione risultano, infatti, inferiori agli incrementi riconosciuti nelle ultime due tornate contrattuali e sensibilmente superiori nel triennio 2022- 2024.

“Siamo orgogliosi – ha spiegato il Presidente dell’ARAN Antonio Naddeo – di aver già dato avvio ai lavori per la nuova tornata contrattuale. Dare continuità alla contrattazione è un fondamentale segnale di riconoscimento per i tre milioni di dipendenti pubblici impegnati a fornire servizi ai cittadini e alle imprese. Per i rinnovi le risorse stanziate, 10 miliardi di euro, non solo riconoscono il valore cruciale del lavoro svolto dal pubblico impiego, ma rappresentano anche un segno di fiducia e l’investimento fondamentale dello Stato nel futuro della Pubblica Amministrazione.

di Massimiliano Gonzi