Povertà assoluta in Italia. Il dato sulle famiglie, sui minori e sugli stranieri

Il dato sulla povertà assoluta nel nostro Paese nel 2021 non cresce, ma neppure diminuisce. Gli ultimi report dell’ISTAT, relativi allo scorso anno, registrano livelli record paragonabili a quelli del 2020, numeri particolarmente elevati se parametrati all’ultimo quindicennio. Parliamo di poco più di 1,9 milioni di famiglie che vivono in condizioni di povertà assoluta (con un’incidenza percentuale del 7,5), corrispondenti a circa 5,6 milioni di individui (il 9,4 per cento della popolazione), confermando così il trend del 2020, quando si toccarono, rispettivamente, il 7,7% e il 9,4 per cento. Tra gli elementi che incidono di più sul dato sopra riportato, la spesa per consumi delle famiglie più povere, sostanzialmente invariato rispetto al 2020. Il dato manifesta qualche segnale di miglioramento al Nord Italia (passando dal 9,3 al 8,2), ma permangono numeri impietosi sui poveri assoluti: due milioni e 200 mila quelli residenti nelle regioni del Nord, contro i due milioni e 455 mila del Mezzogiorno. Il dato sulla povertà riferito ai nuclei familiari, inoltre, peggiora al sud rispetto all’anno prima (10 rispetto al 9,4 del 2020); in controtendenza il Nord dove vi è stato un miglioramento (6,7 rispetto al 7,6 della precedente rilevazione). Il dato sulla residenza delle famiglie povere è praticamente uguale tra mezzogiorno e nord: 42,2 contro 42,6. Non meno confortanti i numeri sui minori: con un milione e 382 mila bambini in condizioni di povertà assoluta, si registra un nuovo picco, sia rispetto al 2020, che agli ultimi otto anni. In aumento la povertà anche tra gli stranieri presenti nel nostro territorio nazionale: con 1 milione e 600mila e un’incidenza del 32,4, si toccano livelli pari a 4 volte quelli dei nostri connazionali, con indici in risalita pure per il disagio e i nuclei familiari: il dato – ancora una volta – cresce maggiormente al centro e al sud. Nel nostro Paese, infine, si conterebbero più di 50mila individui senza fissa dimora, oltre la metà dei quali sarebbero stranieri (secondo l’indagine condotta nel 2014, sulla base di una convenzione siglata da Istat, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Federazione italiana degli organismi per le persone senza dimora e Caritas Italiana).

di Paolo Arigotti