“ ..POSSIAMO FARCELA…”

“Possiamo farcela…” è questo l’abusato refrain che ogni giorno l’attuale capo del Governo ci propina per rassicurarci sul superamento della crisi che ci ha così rovinosamente coinvolti. E ciò, nonostante le difficoltà che siamo costretti ad affrontare sia per l’altalenante andamento del mercato finanziario e sia soprattutto per i numerosi balzelli che gravano sui bilanci familiari.
Un incessante incalzare di manovre intese a rastrellare soldi attraverso un indiscriminato aumento delle tassazioni vigenti, aggiungendone altre, senza voler tralasciare l’arbitrario blocco della indicizzazione delle pensioni e dei rinnovi contrattuali nel pubblico impiego, nonché alcune deleterie riforme già in corso d’opera che, duramente avversate prima della loro approvazione da tutte le parti sociali, continuano a creare una palese ingiustizia.
Queste misure sarebbero state destinate ad essere ulteriormente aggravate con la prima edizione della nuova legge finanziaria, cosiddetta di stabilità, ove ad esempio si prevedeva oltre all’aumento dell’IVA il taglio delle detrazioni e deduzioni.
Il tutto annacquato da un ipotetico calo dell’IRPEF che, in qualsiasi caso, non avrebbe prodotto alcun effetto benefico rispetto ai provvedimenti negativi che si intendevano adottare.
Ora, sulla base di una decisa presa di posizione dei partiti che lo sostengono, il Governo si è dichiarato disponibile ad accettare alcune modifiche: rinuncia ad abbassare alcune aliquote dell’IRPEF sostituendo questa proposta con l’incremento delle detrazioni nell’ambito del lavoro e dei carichi familiari; mantenimento però dell’aumento dell’IVA dal 21 al 22% per il prossimo anno e senza apportare variazioni sull’IVA fissata al 10%.
A proposito di queste modifiche, comunque, la maggior parte dei commentatori politici ha espresso la sua contrarietà, in quanto ritenute non sufficienti per rendere più basso il livello degli oneri fiscali, che anzi in prospettiva con l’aumento dell’IVA potrebbe risultare più insopportabile.
Questa è l’anteprima della situazione che dobbiamo affrontare nel 2013, alla vigilia delle elezioni politiche del prossimo aprile. Nel frattempo, il Governo Monti è costretto a destreggiarsi per tenersi a galla, pressato anche dalle critiche dei partiti che apparentemente lo sostengono, con l’inespresso timore di non farcela, come invece finora assicura.
Allora ogni cittadino si chiede: che cosa fare ? Aspettare che si effettuino le elezioni, dando il suo contributo circa la scelta del candidato premier di Palazzo Chigi con la convinzione che si possa cambiare rotta ? Oppure rallegrarsi che il Governo Monti cada prima del previsto, così da sospendere ogni sua ulteriore attività che potrebbe ridurre maggiormente il nostro potere di acquisto, rendendoci perciò più ansiosi per quello che potrebbe avvenire in maniera maggiormente catastrofica?
Giunti a questo bivio, ragionevolmente è lecito domandarsi: come si fa a sanare la questione? Forse con una più equa distribuzione degli oneri che faccia leva sul recupero di risorse dalle ingenti spese degli apparati burocratici e parlamentari, eliminando il superfluo e tenendo sempre presente la salvaguardia degli interessi delle classi meno abbienti? Ci sembra che propendere per queste operazioni non sia cosa difficile, basta applicarsi seriamente in questa direzione, abbandonando la strada già intrapresa che oggi, così contestata, sta dissanguando i lavoratori ed i pensionati a basso reddito.
Ma non ci dobbiamo scervellare più di tanto, accantoniamo i pensieri che ci assillano in questo momento e, data la stagione favorevole, che ci fa sperare in una fruttuosa raccolta di funghi nei boschi senza alcun esborso di denaro, dedichiamoci almeno a questo svago che non ci costa niente, come quello della micologia, in modo da poter dire: sì, questa volta ce l’abbiamo fatta!