Poesie all’angolo della strada di Carlo Marino

Bella, /come pesco fiorito d’inverno, /io t’amo /nella rara venustà celata /dalla notte estiva dei tuoi occhi, /mentre assaggi il volto mio stanco /e intrecci una malia di danze /con la vita. (Aliseo d’Amore)

Già da questi versi iniziali Carlo Marino annuncia il focus della sua poesia, la tematica che ne costituisce la carica emotiva e che esprime i suoi intendimenti di vita, d’amore e di sogno.

Come un vento costante, dichiarato dal titolo di questa poesia, che spira dai tropici all’equatore, l’amore, fonte ispiratrice della sua poetica, è per Marino al tempo stesso tutto – condizione fondamentale del vivere – e in tutto – l’essenza stessa dell’uomo e del mondo:

“Stasera /ho amato /un tratto d’infinito, /in te” (16) “Sei nel mio destino: /tutto” (22),

ed anche: “E mi conduci là dove /Tutto ha inizio e fine. /Le età della vita ho navigato /In uno spazio-tempo” (2).

L’intera raccolta “Poesie all’angolo della strada” è infatti un’articolatissima e vibrante trasposizione, ricca di risvolti e di situazioni-simbolo, di un tale radicale convincimento. Che il senso dell’esistenza umana sia dall’autore fatto coincidere in modo preminente, se non esclusivo, col sentimento di amore, non appaia tuttavia una scelta meramente monotematica e unidimensionale. Al contrario, la varietà dei toni e delle situazioni con cui tale sentimento fa mostra di sé nei suoi versi, rimanda piuttosto ad una visione dell’amore non solo come eros – desiderio dell’altro – ma più estesamente come agape – amore spirituale, dono di sé – e perfino come filìa – amore come amicizia, vicinanza o partecipazione a un dolore altrui; anche come preghiera:

Fratello/Ti ascolterò! /Miseranda /Impetratrice, /Meretricio /La vita in /Questo giorno che /Inizia solo /Per fuggire via. /Istanti insignificanti, /Biologia inetta, /Vane sentenze di /Esperti, /Paese senz’anima: /Grida arabizzanti di ambulanti /Malìa, /Orrore del vuoto. /Fratello /Parlami! (confiteor)

In tali diversi significati, tutti operanti in queste poesie per declinare in modo multiforme il sentimento amoroso, la coincidenza dell’amore col senso della vita guadagna in questa luce una piena e convincente plausibilità. Il solfeggio sulle note dell’amore romantico, pur dominante nella partitura dell’opera, a sua volta declinato come amore amore-passione, amore-nostalgia, assenza e perdita d’amore, si distoglie infatti sovente dal mero desiderio dell’oggetto e dall’attesa di un compimento, per concedersi anche, significativamente, molte variazioni in direzione della natura – spesso interpellata a simboleggiare non solo il bisogno, ma anche l’esistenza stessa dell’amore come trama del mondo:

Lungo fu il tempo mio /In terre incognite /Senza che il nostro /Reciproco amore. /Devoto, /Spazzasse via la solitudine. /Senza l’azzurro del tuo mare, /Privato dei tuoi sapori antichi, /Fluttuante nei sogni /Lungi ti vidi e, /Spesso anelai in lacrime /La tua malia /Partenope. (Pianto del Migrante)

E ancora:

Tanfo /Di morti violente /Si aggira /Per la città vecchia di /Aleppo /Bombe inesorabili /Morti sicure. /Urla soffocate di bimbi /Il cui destino /È /fuoco del napalm /O inodore mortale /Del gas nervino. /Auschwitz /Fu un tempo /Terribile! /La rimozione è /Un gioco malato, /Quintessenza di /Ebetismo. (Siria)

Nella raccolta sono presenti alcune poesie in inglese ed una in francese, ma in tutte Marino ci rende partecipi, con la scrittura, del rito e degli elementi del paesaggio che sono, in svariate varianti, nominati. Il dettato mantiene il ritmo delle immagini che si presentano in continue associazioni, catturate dalla coscienza e dalle parole; il verso è breve e rifugge di un’unica organizzazione formalmente definita.

È proprio la vastità dei temi toccati, con rara e dolente sensibilità dall’autore, per giunta proposti con disarmante sincerità di sentimenti e i diversi stili usati, a farci toccare con mano che i testi sono andati accumulandosi negli anni, con la vita trascorsa tra più mondi e più geografie: dal tropico al mondo scandinavo. Molte le poesie ispirate a città estere, si ricorda Corfù, Bilbao, Finlandia e Svezia. Non mancano poesie dedicate a paesaggi di città italiano come Roma (piazza Vittorio), Genova (Breve meriggio genovese), Napoli (Parco d’autunno a Napoli) e non solo.  

Una raccolta, dunque, che “conosce la vita”, come fa il Poeta che l’autore stesso invoca e scruta:

 “Oltre la luna piena /Osservo/La visione speculare /Di vita diversa. /Un poeta che sorride /Sardonico /Si cela sul colle /Oltre le betulle, /Conosce la vita. /Vorrei essere /Un verso scritto /Dal poeta che /Conosce la vita. /Vorrei essere il tempo /Impiegato dal poeta /Per conoscere la vita. /Vorrei essere la vita /Del poeta che si cela /Oltre le betulle /Sul colle. (59)

di Sonia Giovannetti