Parlano i Consulenti del lavoro sulle politiche attive per far ripartire l’economia: necessari interventi di sistema con forte priorità sul lavoro

Secondo i Consulenti del lavoro, non si può prescindere “da una profonda rivisitazione del sistema delle politiche attive del lavoro, che in questi anni ha mostrato tutti i limiti strutturali di cui soffre”.

Il Reddito di Cittadinanza è una riforma “rimasta incompleta” e quindi “inefficace”, perché la parte relativa alle politiche attive non è stata mai attuata. Vanno dunque “riorganizzati i Servizi per il Lavoro, in modo da renderli funzionali all’attuale situazione. In tal senso vanno rivalutati ruolo e mission dell’Anpal, dei Centri dell’Impiego e del collocamento privato. Inoltre, è ormai indispensabile virare sulla telematica al servizio della diffusione territoriale dei punti di contatto tra cittadini in cerca di occupazione e le agenzie per il lavoro. Modalità, questa, che non potrà che far decollare anche l’altra parte delle politiche attive, quella cioè legata alla formazione e riqualificazione del lavoratore che ha perso occupazione”. Secondo i Consulenti del lavoro, bisogna immettere subito nell’economia reale importanti somme, provenienti dal Recovery Plan, evitando che le procedure burocratiche dilatino i tempi dell’effettivo utilizzo dei fondi. “Una soluzione – spiegano – potrebbe essere quella di finanziare moltissime opere, piccole e grandi, necessarie per i Comuni, ma ferme perché’ prive di coperture”.

Altro tema è quello dell’organizzazione del lavoro: la scommessa è trasformare l’eccezionalità dello smart working in periodo di pandemia con “veri e propri nuovi modelli organizzativi aziendali, il cui confine potrebbe essere infinito, se accompagnati da una lungimirante politica mirata ad aprire ulteriori spazi di sperimentazione e progettazione”.

Infine è necessario riformare gli ammortizzatori sociali: l’idea è quella dell’ammortizzatore sociale unico, con una semplificazione burocratica che dovrebbe essere caratterizzata “dall’eliminazione dei numerosi (troppi) passaggi burocratici, che hanno creato il mostruoso volume di adempimenti con cui hanno dovuto fare i conti Inps, Consulenti del Lavoro, imprenditori e lavoratori”. 

di Massimiliano Gonzi