Oleoturismo: opportunità per imprese e territori

È stato presentato il 29 novembre 2022, presso la Sala Zuccari del Senato della Repubblica il volume “Oleoturismo: opportunità per imprese e territori” di Dario Stefàno e Fabiola Pulieri, uscito per i tipi di Agra Press. Il volume parte dalla recente legge sull’Oleoturismo che apre interessanti opportunità sia per le aziende olivicole che per i consumatori che potranno avere l’opportunità di conoscere l’olio extravergine d’oliva nei luoghi di produzione facendo del turismo legato all’olio un arricchimento e un’opportunità per le imprese e per i territori.

La LEGGE 27 dicembre 2019, n. 160 Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2020 e bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022 prevede l’Oleoturismo ai commi 513 e 514 che recitano:

513. «A decorrere dal  1°  gennaio  2020,  le  disposizioni  di  cui all’articolo 1, commi da 502 a 505, della legge 27 dicembre 2017,  n. 205, sono estese alle attivita’ di oleoturismo».

514. « Con il termine « oleoturismo » si intendono tutte le attivita’ di conoscenza dell’olio d’oliva espletate nel luogo di produzione, le visite nei luoghi di coltura, di produzione o  di  esposizione  degli strumenti utili alla coltivazione dell’ulivo, la  degustazione  e  la commercializzazione delle  produzioni  aziendali  dell’olio  d’oliva, anche in abbinamento ad alimenti, le iniziative a carattere didattico e ricreativo nell’ambito dei luoghi di coltivazione e produzione».

L’olivicoltura rappresenta un simbolo identitario per l’Italia e la longevità delle coltivazioni e la forte identità delle strutture produttive rendono l’olivo un’icona della tradizione agricola. Il volume mette in evidenza le ottime opportunità dell’Oleoturismo, in quanto fa da attrattore turistico per la bellezza e la monumentalità delle piante amalgamandosi con un patrimonio storico, artistico e culturale unico al mondo e ricco di siti UNESCO.

Secondo gli autori del volume i nuovi investimenti nel settore dell’olio dovrebbero creare anche strutture che ruotino intorno al turismo e alla produzione e non che, partendo dalla produzione, si adattano in un secondo momento all’accoglienza.

Un altro parametro, tra gli altri, che lo studio mette in luce è che bisogna prendere in considerazione il flusso turistico già esistente. Infatti, cominciare un’attività turistica a partire da zero non è lo stesso di inserirsi in un percorso già tracciato o che sia in grado di aggiungere una tappa che va ad arricchire un programma già collaudato.

La degustazione, poi, costituisce il momento in cui si trasmette tutto il lavoro svolto e, dunque, il risultato finale che è l’olio; ed è questo anche il momento migliore per la comunicazione. Attraverso racconti, storie di vita vissute in campo, notizie curiose, profumi, gusti, sentori diversi, il messaggio arriva a destinazione.

“Oleoturismo” è un’esperienza da vivere nel luogo di produzione e, a tale proposito, va sottolineato che il turista enogastronomico spende il doppio di un turista normale. L’oleoturismo è un “prodotto esperienziale” che può portare molti vantaggi economici. È, però, necessario raccontare una storia dell’olio che si produce attraverso i materiali originali, autoctoni, legati al frantoio. La narrazione deve essere autentica e interessante. Se l’operatore è bravo, il turista si fidelizza e fa pubblicità al settore.

È di particolare importanza oggi “fare sistema, fare rete”. L’olio non deve essere considerato solo come condimento, ma va accentuato il fatto che esso è un alimento ricco di polifenoli e antiossidanti utili per la salute. La degustazione dell’olio serve ad apprezzarne l’importanza. È difficile fare rete sia sul territorio che a livello internazionale e, saper comunicare la qualità dell’olio, diventa un fattore dirimente: sarebbe opportuno che le aziende comunicassero sempre meglio la qualità del proprio olio. Nel libro presentato c’è anche un capitolo di sicura utilità dedicato alle fiere, proprio perché è fondamentale unire i vari momenti della comunicazione. Si tratta di un lavoro di carattere sistemico in un mondo, quello dei produttori di olio, che è stato storicamente disaggregato. La comunicazione e la digitalizzazione nel campo del turismo enogastronomico si rivela fondamentale soprattutto in termini di infrastrutture.

La conoscenza dell’olio costituisce un cantiere aperto e l’oleoturismo è una grande opportunità per chi avrà la forza e il coraggio di coglierla facendone un punto di forza per la propria azienda e per il territorio circostante: arte, elementi naturali presenti, parchi letterari, musei all’aperto; il turismo è la risorsa più preziosa dell’economia italiana ed è giunto il momento per utilizzarlo per il benessere economico della società che sta attraversando un momento di crisi senza precedenti.

di Carlo Marino #carlomarinoeuropeannewsagency