“Un Natale senza regali non è un vero Natale – borbottò Jo, stesa sul tappeto. –
Che disgrazia essere poveri! – sospirò Meg” …
“In fondo, però, noi siamo insieme – disse Beth”
All’inizio del 2020 le sale cinematografiche hanno proiettato un remake del famoso film “Piccole Donne” del 1949. È la storia delle quattro sorelle March, che vivono i sogni, i timori e le emozioni della giovinezza, durante la terribile guerra civile americana. La storia e i film che l’hanno divulgata al grande pubblico, indimenticabile ad esempio Liz Taylor nei panni di Amy la minore delle March, hanno fatto sognare generazioni di bambine e adolescenti. Chi non avrebbe voluto essere Jo? Caparbia in un’epoca di smancerie e di donne certamente poco indipendenti, con il sogno di diventare autonoma e di realizzarsi come scrittrice, aspirazione audace per i tempi. L’ affascinante Jo, interpretata nel recente film della regista statunitense Greta Gerwig, dall’attrice Saoirse Ronan, griderà quello che è il bisogno delle donne in tutte le epoche: “Le donne hanno una mente, un’anima, hanno talenti e non solo la bellezza […] L’amore non è l’unica cosa per cui è fatta una donna”.
In questo personaggio Louisa May Alcott ha proiettato parte delle sue esperienze di vita. Quanto conosciamo della scrittrice di tale classico?
Era nata nel 1832 in un ambiente colto ed innovatore. Il padre era infatti un filosofo che aveva fondato una scuola sperimentale e Louisa ebbe la possibilità di avere tra i suoi insegnanti privati il filosofo Emerson, lo scrittore Hawthorne e la patriota giornalista Margaret Fuller. A causa delle condizioni economiche in cui si trovò la famiglia, fu costretta a lavorare fin da giovane come insegnante occasionale, sarta, governante, colf ed in seguito scrittrice. Poliedrica e appassionata, partì anche come infermiera volontaria per la guerra civile americana, durante la quale contrasse un avvelenamento da mercurio che l’avrebbe condotta poi alla morte. Ancora più notevole fu la sua partecipazione, insieme alla famiglia, alla rete clandestina Underground Railroad, che favoriva la fuga e l’espatrio degli schiavi di colore. Louisa fu molto di più della scrittrice che arrivò al successo nel 1868 con l’uscita del primo libro della quadrilogia. Successo che oscurò il suo essere pioniera nella lotta per i diritti delle donne. Si batté, infatti, strenuamente per tutte, argomentando in numerosi articoli giornalistici le motivazioni di tali lotte civili. Fu d’altronde una grande sostenitrice del suffragio femminile. Quando infatti nel 1879 lo stato del Massachusetts approvò una legge che consentiva alle donne di votare nelle commissioni scolastiche, molte attiviste vi scorsero una possibilità, ma a causa della tassa imposta sul voto, le donne indigenti non potevano esercitare questa prima opportunità di partecipazione alla vita civile e politica. Louisa May cercò allora di incoraggiare le donne a votare alle elezioni cittadine, organizzando gruppi di lettura e diffondendo petizioni. L’autrice di “Piccole donne” è stata anche la prima donna a votare a Concord, nel Massachusetts. Una volta conseguita la vittoria di una votazione femminile partecipata, ebbe a dire: “Nessun colpo è caduto sulle nostre teste audaci, nessun terremoto ha scosso la città”. La scrittrice non mancò di essere una donna dai profondi affetti. Nei suoi libri manifestò un forte senso di sorellanza, che ella stessa sentiva non solo per le sue sorelle di sangue ma anche per tutte le donne per le quali si spese per tutta la vita.Vale la pena quindi di riprendere in mano i suoi libri che ci hanno emozionate ed ispirate, ma forse anche ricercare testi poco conosciuti come “Mutevoli Umori”, pregevole romanzo di esordio, “ Horrida”, in cui la sua penna si tinge di nero ed infine “Racconti di amore e di guerra”, eco della sua esperienza durante la guerra civile americana.
Eleonora Marino
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