Negoziazione assistita per le cause di lavoro in vigore dal 1° marzo

La negoziazione assistita è un istituto giuridico semplificato introdotto dal legislatore al fine si sfoltire di cause le aule del tribunale e tentare una risoluzione, in tempi brevi, delle problematiche  senza un eccessivo dispendio temporale e finanziario, che è quanto abitualmente si registra in occasione della trattazione delle  cause che si tengono in tribunale, a causa dei tempi, di frequente sempre più lunghi, che si annoverano nel corso degli anni.

Dal 28 febbraio 2023 sono state approvate  tre nuove modalità di negoziazione assistita da utilizzare per le procedure da avviare dal 1° marzo 2023, grazie alla riforma Cartabia (introdotta con D. Lgs. 149/2022) che ha allargato l’ambito applicativo della negoziazione assistita alle controversie in materia di lavoro.

Nel corso della negoziazione assistita in ambito lavorativo, quando necessario, oltre alla presenza dell’avvocato è prevista anche quella di un consulente del lavoro abilitato. Si tratta di distinte figure scelte dalle parti, che  devono essere assistiti da distinti legali di fiducia o consulenti del lavoro, atteso il divieto di potersi avvalere di un unico professionista a tutela di entrambi.

Verrebbe meno la correttezza della procedura con violazione delle regole a tutela del rispetto della causa petendi sostenuta da entrambe le parti.

Si tratta di una mera opzione in facoltà delle parti ma non è mai una condictio sine qua non di procedibilità dell’azione o per poter attivare altre azioni a tutela: in pratica non si tratta di un iter obbligatorio e tanto meno propedeutico alle rituali note sedi conciliative – ispettorato del lavoro, sedi sindacali, commissioni di certificazione ed altre – in uso frequente nell’ambito della cernita delle opportunità risolutive che il legislatore da anni offre alle parti per addivenire ad un vicendevole confronto rafforzato dalla presenza degli organi istituzionali, finalizzato alla risoluzione delle  tematiche di cui si affollano i tribunali.

Queste le ultime novità della Riforma Cartabia:

  • estensione delle procedure alla materia di lavoro;
  • certificazione di equità degli assegni una tantum sui divorzi;
  • utilizzo dei modelli redatti dal CNF (consiglio nazionale forense).

Previsti, in dettaglio, tre nuovi modelli:

  • standard;
  • controversie di lavoro;
  • controversie di famiglia.

Inoltre, nella negoziazione assistita cambiano anche le regole relative alla procedura stragiudiziale ed al gratuito patrocinio.

Per dare maggiore slancio alla rapida risoluzione delle controversie, in materia di lavoro, è previsto che le parti possano optare per la procedura telematica: gli atti, tuttavia, dovranno apportare la firma digitale, come previsto dal CAD – Codice di Amministrazione Digitale.

Agli  avvocati compete il ruolo di certificatori delle firme delle parti, avvalendosi della firma elettronica.

La riforma presenta sicuramente aspetti importanti e salienti, che consentono in breve tempo di eliminare e risolvere ogni problematica di lavoro, evitando lungaggini che non riuscirebbero a colmare la perdita di chanche, che si verrebbe, medio tempore, a consolidare in concomitanza del perdurare della causa.

Se al termine della negoziazione si addiviene ad un accordo, lo stesso beneficia dell’inoppugnabilità assoluta da subito.

di Angela Gerarda Fasulo