Melanoma del cuoio capelluto, il killer invisibile. La testimonianza di Giovanna Niero, presidente dell’Associazione Italiana Malati di Melanoma e tumori della pelle: prevenzione basata su consapevolezza del paziente e corretta informazione

Una macchietta nera o blu scuro o più spesso di colore rosso o rosa. È il killer invisibile. Così viene definito dagli esperti il melanoma del cuoio capelluto. Nonostante testa e collo rappresentino solo il 9,0% della superficie corporea totale, ospitano tra il 20% e il 30% dei casi di questo tumore della pelle altamente aggressivo. Se nei calvi o in chi ha pochi capelli c’è una chance in più di individuarlo all’esordio, quando è nascosto tra i capelli la prognosi è spesso nefasta.

Foto Ufficio Stampa IMI – Intergruppo Melanoma Italiano

Più comune tra gli anziani che tra i giovani, questa forma colpisce sei volte più frequentemente gli uomini rispetto le donne. L’età media dei pazienti è di 65 anni quasi 10 anni in più rispetto ai pazienti con melanoma localizzato sul tronco o sugli arti. Ciò è probabilmente correlato alla maggiore incidenza di alopecia androgenetica e a un danno ultravioletto cumulativo e intermittente più elevato sul cuoio capelluto.

Il tasso di sopravvivenza a 10 anni è del 60%. È quanto emerge dal Webinar promosso da IMI – Intergruppo Melanoma Italiano dal titolo “Il melanoma nascosto tra i capelli” che lancia un appello agli operatori del benessere: fare squadra per la diagnosi precoce. I parrucchieri, essendo frequentati con cadenza regolare, hanno la possibilità di rilevare eventuali lesioni in evoluzione del cuoio capelluto in una fase precoce, anche in pazienti più giovani con copertura dei capelli. “È per questo motivo – afferma Gianni Bassoli, presidente degli acconciatori di CNA, la Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa – che riteniamo sia importante informarli e sensibilizzarli sul tema in modo che possano avere le conoscenze di base utili ad individuare eventuali anomalie e segnalarle tempestivamente al proprio cliente. Come associazione, riteniamo di poter offrire un importante contributo sia nel coinvolgimento di quanti più operatori possibili sia nelle attività di diffusione di informazioni e conoscenze utili a vincere questa difficile ma non impossibile battaglia.”  Di qui l’appello a creare un percorso di educazione sanitaria rivolto agli operatori del benessere per renderli consapevoli dell’esistenza di forme di melanoma coinvolgenti il cuoio capelluto. “Alcuni studi internazionali – continua Stanganelli – suggeriscono come questa categoria lavorativa, soprattutto se sensibile al tema della prevenzione oncologica, possa essere coinvolta nel processo di diagnosi precoce e diversi casi di melanoma del cuoio capelluto sono stati diagnosticati dal dermatologo dopo la segnalazione dal parrucchiere al cliente”.

Inoltre, durante il webinar è intervenuta anche Giovanna Niero, presidente dell’associazione A.I.Ma.Me, l’Associazione Italiana Malati di Melanoma e tumori della pelle, che ha raccontato la storia del suo melanoma. “Sono una delle tante che ha trascurato i segnali per ignoranza.” Si era accorta di un ‘brufoletto’ tra i capelli che non guariva già nel 2006. Faceva la crosta, guariva e poi ricompariva. “Ma quando non riesci a vederti e non fa male – dice – ti dimentichi che c’è qualche cosa che non va”. Così passano ben due anni prima di rivolgersi ad un dermatologo e altri 6 mesi prima di decidersi a togliere quella lesione che nel frattempo ha uno sviluppo improvviso: cresce, si ispessisce e si ingrossa cambiando per sempre il corso della sua vita. Da malata a testimonial il passo è breve e naturale. Per Giovanna alla base della prevenzione c’è, infatti, la consapevolezza del paziente e la corretta informazione. Ed è per questo che nel 2015, assieme ad altri pazienti, fonda A.I.Ma.Me ed inizia a collaborare attivamente con gli specialisti IMI. “Bisogna cambiare la visione – afferma – non trascurare quello che non è evidente. E non avere paura di fare le visite dermatologiche. Una diagnosi precoce per questo tumore estremamente aggressivo fa davvero la differenza tra una vita in salute e un incubo che ti cambia l’esistenza.”  L’appello che si vuole promuovere è la prevenzione: “Osservate la vostra pelle e quella delle persone che amate. Guardiamoci e facciamoci guardare. E soprattutto proteggiamo e insegniamo a proteggere la cute dei bambini, a partire dalla testa. Sotto il sole indossiamo un cappello” e diffondere e condividere la consapevolezza con una corretta informazione: “formiamo e informiamo il maggior numero di persone possibile.”

di Massimiliano Gonzi