Il 10 dicembre scorso la CISAL e le altre Confederazioni rappresentative hanno incontrato a Palazzo Chigi il Governo.
Il Segretario Generale della Cisal Francesco Cavallaro ha mostrato al Presidente del Consiglio Conte di condividere l’impostazione di fondo con cui il Governo ha voluto caratterizzare la legge di bilancio 2019. Un provvedimento che finalmente cerca di rispondere a esigenze reali della popolazione, a partire da temi fondamentali quali pensioni, povertà e coesione sociale, fisco e pubblico impiego.
In tema previdenziale, come da sempre sostenuto, la Cisal ritiene indispensabile rimettere in discussione la legge Fornero, contraddistinta da indici di valutazione troppo rigidi e penalizzanti e causa di un grave squilibrio sociale intergenerazionale; la Cisal guarda con favore, per fornire sostegno adeguato a tanti pensionati ormai confinati ai limiti dell’indigenza, alla proposta di aumento delle pensioni minime.
La Cisal, poi, pone il problema del mancato sviluppo della previdenza complementare con adesioni ai Fondi che hanno coinvolto una parte minima della platea dei lavoratori. La stragrande maggioranza dei cittadini è senza adeguate informazioni sul proprio destino pensionistico, anche perché la famosa operazione delle cosiddette buste arancioni dell’Inps ha coinvolto solo una parte del mondo del lavoro.
Tipico esempio è la confusione tra calcolo contributivo della misura della pensione confuso con un sistema di finanziamento che resta ancora a ripartizione e non a capitalizzazione.
Per combattere la povertà è necessario andare incontro alle fasce della popolazione maggiormente colpite da una crisi che, di fatto, dura ormai dal 2005. La Cisal è favorevole a misure di integrazione e sostegno del reddito delle famiglie povere, purché queste siano affiancate da una più generale politica di stimolo dell’occupazione.
In ambito fiscale la CISAL rilancia la proposta di introdurre un “conflitto di interessi”, che stimoli l’emersione del nero secondo un processo virtuoso e condiviso dai cittadini e che consenta il recupero della tassazione diretta e indiretta a oggi evasa. È evidente, infatti, come nell’effettuare una spesa si subisca una doppia imposizione, aggiungendosi a quella diretta (Irpef) quella indiretta applicata all’atto del pagamento (IVA).
Auspica, la Cisal, un patto tra Stato e cittadini contribuenti, con il primo a conferire al secondo un ruolo ed una responsabilità per la tutela della legalità fiscale, ottenendone in cambio una deducibilità di oneri sostenuti.
Sul fronte del pubblico impiego la Cisal condivide il piano di assunzioni enunciato dal Ministro Buongiorno per sbloccare il turnover. E’ indifferibile, poi, una razionalizzazione della Pubblica Amministrazione che ha visto fiorire, fin dagli Anni ’70, una straordinaria quantità di agenzie nazionali e regionali, enti e società partecipate dal “pubblico” producendo spesso solo inefficienze e sprechi. È necessario, quindi, ritornare sulla semplificazione dei livelli di amministrazione secondo un modello che ha consentito al Paese di crescere in modo virtuoso. Una semplificazione non rappresentata, nel settore pubblico, dalla riduzione dei comparti di contrattazione. Questa si è dimostrata e si sta dimostrando inutile e dannosa, esistendo, invece, migliaia di pubbliche amministrazioni, ciascuna con funzioni, pregi e talvolta difetti peculiari.
Il pluriennale blocco del rinnovo dei contratti e delle retribuzioni, superato solo dopo la sentenza della Corte Costituzionale a compimento delle iniziative della FIALP CISAL, oltre alle evidenti ricadute anche sui consumi nel Paese, ha provocato ai lavoratori un danno che si protrarrà per tutta la loro vita, trascinando i suoi effetti sui loro trattamenti pensionistici. Anche per questo la Cisal chiede maggiore attenzione sull’entità delle risorse necessarie ai rinnovi contrattuali del settore per il triennio 2019-2021.
La Cisal, confermando le critiche già espresse in passato e visti i dati, chiede l’immediata soppressione dell’INL ed il ripristino delle precedenti competenze di INPS, INAIL e Ministero del Lavoro.
Chiede poi il rilancio del FORMEZ proprio in virtù dell’importanza del suo ruolo nell’ambito dell’attuazione delle riforme, della promozione dell’innovazione e del rafforzamento delle capacità amministrative, nonché un rinnovo dei vertici di enti e aziende di Stato che avvenga all’insegna di una reale discontinuità con il passato, a cominciare dal rinnovo della governance dell’INPS e dell’INAIL, con la ricostituzione dei Consigli di Amministrazione e con ciò riaffidando alle Parti sociali, veri “azionisti” di tali Enti, il ruolo che loro compete.
Per quanto riguarda infine le politiche legate allo sviluppo del Mezzogiorno e delle infrastrutture, la Cisal ha ribadito, con forza, che servono strade, ferrovie e banda larga per creare le condizioni fondamentali allo sviluppo di un’economia competitiva, in forte ritardo, invece, specialmente nel Sud del Paese.