Le proposte di modifica del Regolamento Sanitario Internazionale

Il Regolamento Sanitario Internazionale viene definito come “uno strumento giuridico internazionale che si prefigge di “garantire la massima sicurezza contro la diffusione internazionale delle malattie, con la minima interferenza possibile sul commercio e sui movimenti internazionali, attraverso il rafforzamento della sorveglianza delle malattie infettive tesa ad identificare, ridurre o eliminare le loro fonti di infezione o fonti di contaminazione, il miglioramento dell’igiene nei Punti di ingresso portuali e aeroportuali e la prevenzione della disseminazione di vettori”. Il testo attualmente in vigore, a seguito dell’adozione da parte dell’Assemblea Mondiale della Sanità, l’organo decisionale dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), nel maggio 2005, è entrato in vigore a giugno del 2007[1]. Il documento potrebbe subire una serie di modifiche e integrazioni da parte della settantasettesima Assemblea Mondiale della Sanità, convocata a fine maggio 2024, l’ultima bozza disponibile risale al febbraio 2023. A differenza dei trattati internazionali adottati in sede di OMS, che per essere approvati richiedono il voto favorevole dei due terzi dei 194 stati che aderiscono all’organizzazione, per i regolamenti è richiesta solo la maggioranza semplice, e l’atto diviene vincolante per tutti i paesi membri, salvo quelli che li rifiutino o esprimano riserve entro termini predefiniti. In sintesi, come riporta il sito della Commissione medico scientifica indipendente, nel suo ultimo comunicato del febbraio 2024[2], per effetto del nuovo dispositivo, si produrrebbero, tra gli altri risultati, quelli di “aumentare a dismisura i costi dell’OMS; giustificare la censura e la propaganda sui media, su internet, nelle scuole e università, nei luoghi di lavoro in nome della salute; trasferire sovranità e potere decisionale in materia di salute al Direttore generale (e ai Direttori delle sei Regioni) dell’OMS; usare il concetto in apparenza attraente di “One Health” per legare uomini, animali, piante ed ecosistemi, compresi i cambiamenti climatici, in un unico paniere sotto l’autorità dell’OMS; consentire di dichiarare continue pandemie (anche potenziali o presunte), che possono giustificare più vaccini, passaporti vaccinali comprensivi di dati sensibili e valute digitali, e un maggior controllo e potere sulle popolazioni; imporre vaccini di rapida produzione, testati in modo insufficiente e sollevando da responsabilità chi li produce e chi (pagato) li somministra; espandere i programmi vaccinali, nonostante un’efficacia che va discussa e seri effetti avversi, anche a centinaia di prodotti in rapidissimo sviluppo […] L’articolo 3 delle proposte di modifica dei RSI ha eliminato le tutele dei diritti umani, libertà e dignità personali, e – dopo le critiche- non è chiaro se la proposta finale le vedrà ripristinate. L’articolo 43, par. 4, della proposta di modifica del RSI prevede che l’OMS possa imporre o vietare l’uso di certi farmaci o altre misure (la Francia si vuole portare avanti…) in una pandemia, e le sue “raccomandazioni” diventano vincolanti. Gli obblighi degli Stati previsti dalle proposte di modifica dei RSI comprendono: Proliferazione di biolaboratori (in Italia uno per regione!), pur non avendo ancora assodato se la pandemia da SARS-CoV-2 sia originata dalla fuga da un laboratorio. E trasferimento di campioni e dati di sequenze genetiche per “agenti patogeni in grado di causare pandemie ed epidemie o altre situazioni ad alto rischio” all’OMS e a terzi, nonostante i pericoli che ciò comporta (art. 44.1(f) (nuovo). Dare all’OMS un assegno in bianco per creare nuove regole in futuro, prevedendo una Conferenza delle Parti e un nuovo Segretariato che stabiliranno le regole per il funzionamento della prevenzione e risposta pandemica: di fatto una possibile licenza per creare qualsiasi regola. Censura delle “informazioni false (disinformazione) e inaffidabili” su minacce alla salute pubblica stabilite dall’OMS (art. 44.1(h)(nuovo), con sorveglianza sui social, censura capillare di espressioni/informazioni non allineate alla narrativa OMS (o UE…). Il Trattato chiede di proteggere da “infodemie” (cioè troppe informazioni), e di impedire informazioni errate e disinformazioni, per contrastare “disinformazione” e “incitamento all’odio e alla violenza”. Non riteniamo necessario alcun ulteriore commento rispetto allo stralcio del testo del comunicato, che può essere letto integralmente sul sito della Commissione (cmsindipendente.it/): ci limiteremo a ricordare che l’organismo di cui trattasi, composto di medici e scienziati di chiara fama, ha più volte richiesto un dialogo con le autorità per operare in ottica di confronto scientifico, in nome della tutela della salute della cittadinanza. Da ultimo la Commissione ha espresso notevoli preoccupazioni per un disegno di legge presentato in Francia, che sia pur “… respinto dal Senato, ma poi approvato in Assemblée Nationale, preveda le gravissime sanzioni descritte nell’All. 1 (v. a fine testo): un anno di carcere e € 30.000 di multa per chi induca all’astensione da trattamenti medici o profilattici manifestamente suscettibili di comportare “allo stato delle conoscenze mediche”[3].

di Paolo Arigotti.


[1] www.salute.gov.it/portale/usmafsasn/dettaglioContenutiUsmafSasn.jsp?lingua=italiano&id=3066&area=usmaf-sasn&menu=vuoto

[2] cmsindipendente.it/

[3] cmsindipendente.it/