Le principali misure per i dipendenti pubblici. Ecco quali saranno gli interventi previsti nell’ambito della manovra da 28 miliardi di euro

Con il via libera definitivo della Camera dei Deputati alla Legge di Bilancio 2024, approvata dal Consiglio dei ministri il 16 ottobre 2023, si conclude l’iter di approvazione da parte del Parlamento. Sostegno ai redditi medio-bassi dei lavoratori dipendenti, interventi in favore delle famiglie numerose e della natalità, rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici, rifinanziamento della spesa sanitaria e potenziamento degli investimenti pubblici e privati: sono questi i principali interventi previsti nell’ambito della manovra da circa 28 miliardi di euro. Oltre la metà delle risorse saranno destinate, in particolare, a interventi a sostegno dei redditi medio-bassi, che beneficeranno del rinnovo del taglio del cuneo fiscale e contributivo e dell’accorpamento delle prime due fasce delle aliquote Irpef.

In favore delle famiglie, verranno introdotte misure per le madri lavoratrici, dall’esonero dei contributi previdenziali per le donne con due o più figli al potenziamento del bonus asilo nido. Prevista anche la possibilità, per le famiglie numerose, di accedere al Fondo garanzia mutui per l’acquisto della prima casa, nonché la detassazione dei fringe benefit fino a 2.000 euro per i lavoratori con figli.

A sostegno delle persone con redditi bassi, confermati anche il contributo del bonus sociale elettricità e la carta “Dedicata a te”, mentre sul fronte pensioni sono state prorogate, con alcune rivisitazioni, Quota 103, Ape sociale e Opzione donna.

Per le imprese, stanziati 1,3 miliardi per l’agevolazione “più assumi meno paghi” che incentiva a nuove assunzioni a tempo indeterminato di giovani, donne ed ex percettori del reddito di cittadinanza. Tra gli altri interventi, approvati la diminuzione del canone Rai, il programma di finanziamento per realizzare il Ponte sullo Stretto e la riforma delle garanzie pubbliche per favorire gli investimenti strategici su green e digitale.

Per la sanità previsto uno stanziamento aggiuntivo pari a 3 miliardi nel 2024, 4 miliardi nel 2025 e 4,2 miliardi dal 2026. Parte di queste risorse sono destinate, tra l’altro, al rinnovo dei contratti del personale e per l’indennità a medici e sanitari impegnati nella riduzione dei tempi delle liste di attesa.

Per il 2024 gli scaglioni IRPEF si riducono da quattro a tre con l’accorpamento dei primi due. Fino a 28 mila euro l’aliquota sarà al 23% (la misura è finanziata con 4,3 miliardi). Inoltre, si amplia fino a 8.500 euro la soglia della “no tax area”.

Prorogati, quindi, per tutto il 2024, con alcune rettifiche, gli strumenti di anticipo pensionistico già esistenti: Quota 103, Ape sociale e Opzione Donna. Rinnovato il Bonus Maroni, l’incentivo che prevede una decontribuzione di circa il 10% per chi decide di rimanere al lavoro. Per l’anticipo pensionistico con Quota 103 rimangono i requisiti di 62 anni d’età e 41 di contributi, ma viene rivisto il ricalcolo dell’assegno che avverrà interamente con il metodo contributivo. Per l’anticipo pensionistico Ape sociale è previsto un incremento del requisito anagrafico da 63 anni a 63 anni e 5 mesi. Sale di un anno, a 61 anni, anche la soglia per l’accesso a Opzione Donna (che con un figlio scende a 60 e con due o più figli a 59).

di Massimiliano Gonzi