LE BUGIE HANNO LE GAMBE CORTE

Colgo spunto dall’editoriale del Prof. Giovanni Sartori (politologo e professore emerito presso l’Università di Firenze), pubblicato sul “Corriere della sera” dell’11 febbraio u.s. dal titolo “Bugie elettorali con le gambe corte”, per fare alcune considerazioni sul grande evento che sta diventando il tormentone di tutti gli italiani : le elezioni !
Con uno stile stringato e pungente il professor Sartori (che esordisce nell’editoriale con “Che brutte elezioni!!”) in una veloce carrellata sui maggiori protagonisti di questa campagna elettorale, mette in luce le evidenti contraddizioni (e le bugie) tra il dire e il fare invitando ognuno a riflettere al momento del voto.
Una prima considerazione che mi vien da fare riguarda le modalità di svolgimento della campagna elettorale attraverso i moderni, straordinari, mezzi di comunicazione di cui oggi la politica e i politici dispongono : oh, quanta nostalgia per i comizi di piazza e quanto pesante ed impegnativo lavoro per i candidati che dovevano “faticare” per andare a convincere la gente comune per conquistarsi i voti delle urne. E quanto lavoro ed impegno c’era per gli apparati dei parrtiti. E quanto interesse c’era nella gente a partecipare alle adunate nelle piazze e nei teatri per ascoltare le promesse dei candidati ed esprimere con un applauso consenso all’arte oratoria degli esponenti politici.
Oggi è tutto diverso. Oggi è tutto all’americana; moltissima tv, radio, facebook, twitter, social network ma poi anche dibattiti, teatri, convegni e un po’ meno rinfreschi e cene (evidentemente la crisi colpisce anche questi eventi). Oh quanta nostalgia per i cosiddetti “santini” (le famose figurine stile “Panini dei calciatori”) che in quantità eccessiva venivano immesse nel circolo dai candidati e distribuiti a più non posso, attraverso i quali  era possibile “vedere” il candidato e sapere nascita, titolo e professione.
Un’altra considerazione che intendo fare riguarda proprio il contenuto di questa campagna elettorale che assomiglia più ad un’asta stile sothby’s Christie’s di Londra, cioè al miglior offerente, a chi promette più cose da fare o da dare se riceverà il consenso alle elezioni.
L’alternativa è tra le vendite all’asta delle promesse, come ho detto sopra, o, come dice qualcuno all’acquisto dei voti con gli stessi soldi degli elettori, e i cosiddetti populisti che si scagliano contro la casta dei politici che li vorrebbe tutti fuori dal Parlamento e sostituiti da brava gente sì, ma anche “in grandissima parte digiune di tutto quel che occorre sapere per legiferare e governare” (così Sartori nell’editoriale citato).
Intanto la situazione continua ad essere pesante per le imprese, le famiglie, i lavoratori, i pensionati e nemmeno si preannuncia un recupero a breve se non alla fine del corrente anno. Significa che dovremo tutti continuare a stringere la cinghia ancora per un altro anno. E’ per questo che oggi c’è tanta diffidenza verso la politica e chi oggi la rappresenta e la gente comune, afflitta dall’aumento del costo della vita e la scarsità di risorse per sbarcare il lunario, se non addirittura i rigori della disoccupazione o della perdita del lavoro.
Ci sarebbero, quindi, come in effetti ci sono, molte ragioni di quanti, sfiduciati,delusi ed arrabbiati verso la politica e le varie ruberie che ogni giorno sbucano da tutte le parti e di tutte le parti, sono indotti a disertare le urne pensando di lanciare un segnale politico ai politici ovvero di esprimere la propria rabbia dando un voto a chi, anche con toni pesanti e a volte volgari, intende esprimere una protesta verso tutto e tutti ma con scarse indicazioni su una proposta.
E’ proprio sul non voto che oggi si gioca la partita più grossa. Il consistente numero dei cosiddetti non votanti che, secondo l’ultimo (a proposito veramente l’ultimo visto che fino alle elezioni ne sono vietati altri) sondaggio, si aggira intorno al 20-25% è, praticamente, il secondo partito di queste elezioni.
Pur con tutte le ragioni che questo gran numero di elettori pone per rinunciare ad esercitare uno dei più essenziali diritti che presiedono una democrazia, io credo che non siano da giustificare perché attraverso quella rinuncia si dà forza e vigore alle volontà altrui, cioè di quanti, pur con i dubbi e le incertezze di assecondare, ancora una volta, un sistema partitico privo di valori e di fiducia, intendono comunque esercitare, attraverso il voto, un fondamentale diritto per la scelta di coloro che dovranno gestire il governo e la politica del Paese auspicando, semmai, maggiore onestà, equità e responsabilità.
A costoro, ai cittadini onesti che ancora credono nel sistema democratico e non intendono rinunciare ad esercitare questo diritto, si può fare solo una raccomandazione : rifuggire dalle facili promesse e non tenere conto delle manifeste bugie che qua e là ogni giorno sentiamo o avvertiamo dalle lusinghe di quanti, pensando di rivolgersi a persone prive di intelletto, volontà e cognizione, ritengono di poterne acquisire il consenso.
Come dire, attenti ai cosiddetti “magliari” di coloro che nell’immediato dopoguerra, facendo il porta a porta, riuscivano a vendere i tappeti ai persiani.
A buon intenditor…..