La storia di TikTok

TikTok è un social network (nome cinese Douyin) nato in Cina nel 2016, originariamente chiamato Musical.ly: i fondatori sono stati Alex Zhu e Luyu Yang. La app è oramai diffusa a livello planetario, specie tra i più giovani; l’anno dopo la sua invenzione venne acquistato per oltre 700 milioni di dollari dall’azienda cinese ByteDance, con sede a Pechino e attiva nel settore informatico.

Fu questa ultima a favorirne la diffusione fuori della Cina, dapprima in Indonesia, e nel 2018 a darle il nome attuale. Per chi la conosce, TikTok consente di creare e diffondere video brevi, della durata di pochi minuti (massimo dieci), associandoli a musiche o suoni e condividendo i contenuti anche live; l’app, disponibile in decine di lingue, fa ampio ricorso alla cosiddetta intelligenza artificiale per saggiare gusti e preferenze del pubblico, al fine di fornire al singolo utente contenuti in linea coi suoi interessi. Nel 2020 TikTok aveva già raggiunto circa 40 milioni di utenti; attualmente si stima che gli utenti medi mensili siano circa 1,2 miliardi. Famosa la decisione dell’allora presidente USA Donald Trump che ne voleva limitare l’utilizzo negli States, provvedimento poi revocato l’anno dopo dal suo successore Joe Biden. Ciò nonostante, nel timore che la app potesse mettere a rischio dati e sicurezza informatica, nel 2023 vari governi occidentali (USA, Canada, UE) hanno imposto il divieto del suo utilizzo sui dispositivi aziendali e personali ai propri funzionari, nonostante la app consenta di profilare il proprio account, rendendolo più o meno visibile. Alcune analisi stanno approfondendo ruolo e funzionalità dei social, a cominciare da TikTok, pure sul versante dell’informazione: sono sempre più coloro, specie tra i più giovani, che privilegiano immagini e video per aggiornarsi sulle ultime novità.

di Paolo Arigotti