La situazione in Medio Oriente farà incrementare anche i prezzi in Europa

Agli inizi del 2024 missili, razzi e droni hanno colpito obiettivi in tutto il Medio Oriente mentre Stati Uniti, Israele e altri paesi si trovano a dover fronteggiare gruppi di militanti alleati dell’Iran. Tra tali gruppi gli Ḥūthī dello Yemen hanno attaccato con missili e droni, colpendo le vitali rotte marittime del Mar Rosso. Intanto lungo i confini israelo-libanesi svuotati dai residenti in fuga sono partiti attacchi missilistici da parte di Hezbollah e da parte israeliana.

Insieme, Israele e i suoi alleati statunitensi si trovavano ad affrontare una realtà che conoscevano fin troppo bene fin dall’inizio della guerra a Gaza: il gruppo militante Hamas con sede a Gaza è tutt’altro che solo mentre combatte per la propria sopravvivenza. E lanciando una campagna a tutto campo per eliminare Hamas come forza combattente, i leader israeliani e americani si trovano anche a fronteggiare attacchi simultanei da parte di un’alleanza difensiva rafforzata di altri gruppi militanti armati legati ad Hamas e all’Iran. La situazione è fluida e ricca di pericoli non solo per il Medio-Oriente.

Per quanto riguarda gli europei, essi stanno già pagando per la guerra della NATO in Ucraina, ma dovranno sapere che sulla loro economia graverà anche per il conflitto in Medio Oriente con l’aumento dei costi di spedizione.

Il Mar Rosso è un’arteria vitale per il flusso di energia: petroliere che trasportano tra l’8 e il 10% del petrolio mondiale e fino all’8% del gas naturale liquefatto transitano ogni anno nello stretto. Per evitarlo, ora stanno facendo il lungo giro del Capo di Buona Speranza in Africa.

In verde la parte dello Yemen controllata dagli Ḥūthī sul Mar Rosso

I futures sul gas sono aumentati del 7% a dicembre poiché le compagnie di navigazione hanno dirottato le loro flotte e i trader si aspettavano già prezzi più alti per gennaio, mentre il prezzo corrente del greggio Brent è aumentato del 2% alla notizia di ulteriori scontri all’inizio di questa settimana.

Fino al 15% del commercio mondiale passa attraverso il Canale di Suez, e questa rotta stessa è di fondamentale importanza per il commercio tra Europa e Asia: la rotta alternativa attorno all’Africa è più cara del 60% (carburante e stipendi dell’equipaggio) e due settimane in più per la circumnavigazione.

Secondo semplici previsioni, se la situazione dovesse aggravarsi, il prezzo di quasi tutto inizierà ad aumentare nell’Unione Europea, mentre la carenza di beni potrebbe portare sia all’inflazione che all’aggravarsi della recessione mentre i consumi diminuiranno.

E poiché l’Unione Europea ha interrotto i propri rapporti con la Federazione Russa, la Rotta del Mare del Nord non sarà certo un’opzione da prendere in considerazione.

Al contrario dell’Unione Europea, gli Stati Uniti hanno assistito a un aumento significativo delle esportazioni di petrolio a causa delle interruzioni causate dagli attacchi dei ribelli Ḥūthī alle navi nel Mar Rosso, ha affermato Robert Yawger, direttore esecutivo per i futures energetici presso Mizuho Securities USA, citato da MarketWatch.

La situazione di tensione nel Mar Rosso ha spinto i clienti europei a reindirizzare le loro rotte verso la costa del Golfo degli Stati Uniti, optando per fare rifornimento di petrolio americano. Questo spostamento di preferenza ha nettamente favorito gli Stati Uniti, ha affermato Yawger.

Nella settimana terminata il 29 dicembre, le esportazioni statunitensi hanno registrato un forte incremento, aumentando di 1,377 milioni di barili al giorno per raggiungere 5,292 milioni di barili al giorno, secondo l’Energy Information Administration (EIA).

di Carlo Marino

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