La Repubblica dell’Uzbekistan: prospettive di cooperazione economica e culturale con l’Italia

L’Uzbekistan è un paese incastonato nell’Asia Centrale che confina a nord e a ovest con il Kazakistan, a est con il Kirghizistan e il Tagikistan, a sud con l’Afghanistan e il Turkmenistan; insieme al Liechtenstein, è uno degli unici due stati al mondo doppiamente senza sbocco al mare, ovvero, oltre a non possedere sbocchi sul mare, confina con Stati anch’essi privi di sbocco sul mare. Le lingue ufficiali sono l’uzbeco, e nella repubblica autonoma del Karakalpakstan, il caracalpaco.La sua capitale è Tashkent, che conta oltre 2,3 milioni di abitanti.

La parte antica della città di Bukhara, il Centro Storico di Shahrisabz, Itchan Kala a Khiva,  Samarcanda, la Valle di Fergana, oppure di Nukus e i Castelli della Corasmia, costituiscono gioielli storico-architettonici di inestimabile valore, mete di viagggiatori che si spostavano sull’antichissima “Via della Seta”.

La Repubblica dell’Uzbekistan è oggi lo stato più popoloso dell’Asia centrale e il suo sistema educativo gli ha consentito di raggiungere una percentuale di alfabetizzazione del 97%, con la maggior parte della popolazione che presenta un livello di istruzione di durata di almeno 11 anni. Il Presidente della Repubblica Shavkat Miromonovich Mirziyoyev considera la spiritualità come intimamente connessa con la vita umana così come reputa importantissimo il ruolo dell’arte nello sviluppo dell’identità nazionale. Dopo l’indipendenza del 1991, la Repubblica dell’Uzbekistan ha fatto grandi sforzi per sviluppare usi, costumi e tradizioni nazionali per poterli tramandare alle giovani generazioni. Il ruolo della musica in tale contesto è stato considerato fondamentale.

Il 7 febbraio 2017, ai sensi del Decreto del Presidente della Repubblica dell’Uzbekistan Shavkat Miromonovich Mirziyoyev PD-4947, sono state stabilite le cinque aree prioritarie dello sviluppo della Repubblica di Uzbekistan 2017-21. Una delle iniziative previste sulla base di tale decreto fu quella di aumentare l’interesse dei giovani nei confronti della musica, della pittura, della letteratura, del teatro e delle altre arti, pur incrementando la formazione all’uso delle nuove tecnologie. Oggi in Uzbekistan un numero sempre maggiore di giovani lavora nel campo musicale e, in particolare, nel campo dell’arte del maqom come interprete, compositore ed esperto di tale genere musicale. Infatti storicamente in Uzbekistan la scienza della musica, nei secoli X e XI, fu considerata parte integrante della matematica da pensatori quali Al-Farabi, Ibn Sīnā (più noto in Occidente come Avicenna), Ibn Zaylas e Abu ‘Abdallah al-Khuwarizmi.

Tra le opere più recenti della musica uzbeka va citata l’opera-oratorio “La strada verso il Paradiso” (Dorogo v Rai) scritta da Nurali Erkaev, di contenuto filosofico e religioso e il cui libretto si basa sul poema del famoso poeta Uzbeko, Eroe dell’Uzbekistan e statista, Abdulla Oripov. In tale contesto l’Italia è per l’Uzbekistan un partner preferenziale e attraverso la diplomazia culturale si auspicano relazioni sempre più strette tra i due paesi.

Tra le grandi personalità della storia uzbeka va ricordato Babur (14 febbraio 1483 – 26 dicembre 1530), nato Zahīr ud-Dīn Muhammad, che fu il fondatore dell’Impero Mughal nel subcontinente indiano. Era un discendente di Timur e Gengis Khan rispettivamente attraverso suo padre e sua madre. Gli fu anche dato il nome postumo di Firdaws Makani (“Dimora in paradiso”).

Nato ad Andijan nella valle di Fergana (nell’attuale Uzbekistan), Babur era il figlio maggiore di Umar Sheikh Mirza (1456–1494, governatore di Fergana dal 1469 al 1494) e pronipote di Timur (1336–1494). Babur salì al trono di Fergana nella sua capitale Akhsikent nel 1494 all’età di dodici anni. Conquistò Samarcanda due anni dopo, per poi perdere successivamente il Fergana. Nel suo tentativo di riconquistare il Fergana, perse il controllo di Samarcanda. Nel 1501, il suo tentativo di riconquistare entrambe le regioni fallì quando Muhammad Shaybani Khan lo sconfisse. Nel 1504 conquistò Kabul, che era sotto il presunto dominio di Abdur Razaq Mirza, l’erede neonato di Ulugh Beg II. Babur formò una partnership con il sovrano safavide Ismail I e riconquistò parti del Turkestan, inclusa Samarcanda, solo però per perderla nuovamente insieme alle altre terre appena conquistate dagli Sheybanidi.

Dopo aver perso Samarcanda per la terza volta, Babur rivolse la sua attenzione all’India e con l’aiuto dei vicini imperi safavide e ottomano sconfisse Ibrahim Lodi, sultano di Delhi, nella prima battaglia di Panipat nel 1526 d.C. e fondò l’Impero Mughal. Interessantissima la sua autobiografia che include elementi di storia e geografia, flora e fauna raccolti in una sorta di “Zibaldone” centro asiatico: il Bāburnāma, letteralmente “Libro di Bābur”, capolavoro della letteratura universale composto in lingua Jaġatāy uzbeco, lingua estinta parlata dai Timuridi di Andijan, Uzbekistan, e contenente le memorie di Ẓahīr ud-Dīn Muḥammad. La versione italiana del Bāburnāma è in preparazione presso Sandro Teti Editore in Roma.

Di qualche giorno fa è la notizia dell’annuncio di elezioni presidenziali anticipate, da parte del presidente uzbeko Shavkat Mirziyoyev che ha firmato una legge costituzionale che consente al capo dello stato di indire il voto: le elezioni dovranno svolgersi entro due mesi dall’annuncio. “Utilizzando i poteri conferiti al presidente del Paese dall’articolo 128 della Costituzione rinnovata ho firmato un altro importante decreto” ai sensi del quale “nel nostro Paese si terranno elezioni presidenziali anticipate”, ha detto Mirziyoyev durante un incontro con il governo uzbeko.

Da parte dell’Italia c’è un crescente interesse per l’Asia centrale e tra i due paesi è forte il desiderio di approfondire i legami economici e culturali. Infatti, Tashkent costituisce una sicura porta d’ingresso, nonché un partner affidabile, per la Penisola verso l’Asia centrale.

di Carlo Marino