LA POSIZIONE DELLA CISAL SULLA DISCUSSIONE PER LA FISSAZIONE DI RETRIBUZIONI E COMPENSI MINIMI

Riportiamo il comunicato della Confederazione CISAL circa l’audizione parlamentare tenutasi nei giorni scorsi sulla materia in discussione:

“ la CISAL,  in audizione presso la Commissione Lavoro della Camera dei deputati, ha avuto modo di esprimere alcune considerazioni in merito alle iniziative per l’introduzione di retribuzioni e compensi minimi.

Le risoluzioni presentate dalle varie parti politiche hanno quale comune denominatore il richiamo all’articolo 36 della Costituzione.

L’approccio – che mira a rafforzarne per legge il rispetto, determinandone direttamente o attraverso un’autorità all’uopo preposta il minimo garantito “in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa” – non trova pregiudizialmente contraria la CISAL in quanto restano impregiudicate le prerogative sindacali mirate a migliorare comunque le condizioni economiche del lavoratore.

Va osservato, tuttavia, che l’articolo 36 non a caso è stato inserito nel Titolo III della Costituzione (articoli dal 35 al 47), relativo ai Rapporti economici.

Il legislatore costituente, cioè, ha voluto tracciare un complesso normativo chiaramente inteso a realizzare nel nostro Paese, accanto alla democrazia politica, sia la democrazia economica, sia la democrazia sindacale.

Ebbene, è opinione della CISAL che l’iniziativa in corso, seppure non in contrasto con il dettato costituzionale (articolo 36), sia del tutto parziale ed evidenzi ulteriormente l’urgenza di un intervento normativo finalmente organico, radicale e soprattutto coerente con il disegno strategico tracciato dal Costituente.

Ciò in riferimento all’intero Titolo III, quindi anche all’articolo 38 – da leggere in combinato disposto con il 36 – e in particolare all’articolo 39, la cui attuazione porrebbe fine ad una situazione di fatto del tutto avulsa dal dettato costituzionale, realizzando, appunto, la democrazia sindacale e all’articolo 46, sulla partecipazione dei lavoratori “alla gestione delle aziende” che avvierebbe un decisivo percorso verso una effettiva democrazia economica.