La legge 104 compie 30 anni. Roberta Venturi, responsabile Sportello Legale Omar: “Nata per garantire il rispetto della dignità umana, ma siamo lontani dal raggiungimento degli obiettivi, specie quando si tratta di malattie rare”

Sono passati 30 anni dall’approvazione della legge 104 del 5 febbraio 1992, nota come Legge 104, la norma che regola l’assistenza e i diritti delle persone con disabilità. Nata per garantirne il pieno rispetto della dignità umana, della libertà e dell’autonomia, oltre alla piena integrazione nella società, questa legge-quadro è “straordinaria ma siamo ben lontani dal raggiungimento degli obiettivi, specie quando si tratta di malattie rare”. A fare il punto è stato un evento online, organizzato dall’Osservatorio delle Malattie Rare (Omar), in collaborazione con l’Alleanza Malattie Rare e Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare (Uildm). “Troppo spesso la 104 non viene riconosciuta a causa di una patologia poco nota, con conseguenze devastanti che si traducono nel mancato riconoscimento delle necessità socio-assistenziali ed economiche delle persone con patologie dagli esiti fortemente invalidanti – sottolinea Ilaria Vacca e Roberta Venturi, responsabile Sportello Legale Omar – Si tratta di una legge straordinaria, che ha dato vita allo screening neonatale obbligatorio in Italia, e che ha sancito il diritto allo studio delle persone con disabilità. Una legge che però è superata per troppi aspetti”, a partire dalla definizione stessa di disabile: la 104 parla, infatti, di handicap e minorazioni, concetti ormai superati e limitati rispetto a una visione più ampia del concetto di disabilità. L’attuale legislazione, aggiunge Leonardo Radicchi, presidente Associazione Ipertensione Polmonare Italiana e rappresentante dell’Alleanza Malattie Rare, “di fatto esclude troppe malattie rare dalle tutele previste sul fronte assistenziale e lavorativo”.

L’evento si è concluso con la richiesta di un tavolo tecnico di confronto tra rappresentanza della società civica, associazioni di pazienti, Inps e ministeri competenti, per migliorare alcuni aspetti di una Legge straordinaria, ma per troppi versi non più attuale.

di Massimiliano Gonzi