ISPETTORATO NAZIONALE DEL LAVORO: CERTIFICATA L IMPOTENZA DELLE AMMINISTRAZIONI INAIL E INPS

La determinazione con la quale il Ministero del Lavoro è andato avanti sulla costituzione dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, nonostante i tanti motivi che avrebbero dovuto spingerlo a fare scelte diverse, non ci meraviglia.
Come è stato chiaro sin dall’inizio, grande è la messe di interessi convergenti per preparare il “pasticcio”, nonostante che le scelte fatte siano antitetiche rispetto alla “logica” ed alla funzionalità del sistema, nonché rispetto agli interessi dei Cittadini, dello Stato, dei lavoratori dipendenti e dei pensionati.
INAIL ed INPS, i due Enti Pubblici coinvolti, non avrebbero avuto solo un interesse ad intervenire ma, a nostro parere, avevano l’obbligo di opporsi in ogni modo, senza cedimenti, alla protervia ministeriale.
Non stiamo a ribadire le nostre tesi, espresse con forza e chiarezza assoluta sin dall’inizio.
E abbiamo anche pagato il prezzo di una posizione chiara, pubblica, senza cedimenti, contro un provvedimento che mina alle fondamenta INPS ed INAIL, come pure dimostrato dall’ostracismo, altrimenti ingiustificabile, ricevuto dal Ministero.
Nonostante la sordità di questo e l’indolenza di INPS e INAIL, alcune riflessioni vanno riproposte. Quanta evasione accertano gli ispettori di INPS ed INAIL?
Se questi ispettori transitassero nei profili amministrativi degli Enti, quale sarebbe il danno in termini economici per i mancati accertamenti?
L’Ispettorato quanto tempo impiegherà per formare e/o riconvertire altro personale o per portarlo a pari livello delle professionalità possedute dagli ispettori di INPS e INAIL ?
E anche nel nuovo assetto, palesemente inadeguato, quale sarà la conseguenza in termini di mancato accertamento?
Quante centinaia di milioni di euro costerà questa enorme sciocchezza?
Può un Paese in cui ai cittadini si tagliano prestazioni sanitarie indispensabili, in cui non si trovano i soldi per gli esodati né quelli per introdurre una maggiore flessibilità dell’età di pensionamento, in cui per ottenere l’adeguamento delle retribuzioni e delle pensioni al “caro-vita” (come si diceva una volta) occorre rivolgersi alla Corte Costituzionale, con un Esecutivo sempre alla caccia spasmodica di manciate di milioni che non si trovano per nulla, tranne che per “condire” gli spot elettorali governativi…
Come se non bastasse vedere miliardi di evasione fiscale che prendono ogni anno il volo, può un Paese in queste condizioni esporsi al rischio di prevedere un ulteriore “buco” causato dall’affievolimento della lotta all’evasione ed all’elusione contributiva ?
Per noi la questione ancora non è chiusa. Ora è il momento degli approfondimenti legali e, esistendone le condizioni, delle iniziative da adottare per dare seguito alle nostre contestazioni.
Oltre a queste considerazioni, altre riguardano “casa nostra”, intendendo per questo le amministrazioni INAIL e INPS ed il ruolo che hanno avuto nella vicenda.
Hanno detto la loro, timidamente, con molto ritardo e solo dopo tante sollecitazioni. Potrebbero addurre di aver avuto poco spazio per esporre le loro tesi.
Eppure, come abbiamo visto, quando vogliono di spazi sui mass media ne trovano a iosa!
Evidentemente è solo nostra l’angoscia che nutriamo nel vedere umiliati i due Enti che hanno fatto da apripista per l’adozione di nuovi modelli organizzativi nella pubblica amministrazione, che hanno sperimentato con successo riorganizzazioni volte a migliorare i servizi ai cittadini e che hanno raggiunto riconosciuti livelli di efficienza, anche grazie all’autonomia prevista dalla Legge 88/89, ad una coraggiosa dinamica contrattuale ed all’impegno di migliaia di Lavoratori.

Da quando, sbagliando, le Parti Sociali sono concretamente ed operativamente uscite da questi Enti, restando nell’angusto spazio di “indirizzo e vigilanza”, INPS e INAIL sono stati usati come tram dai quali salire e scendere.
Qualche volta in modo brusco, come recentemente accaduto, ma sempre tram sono !!
Dopo gli attacchi subiti con i ripetuti, forti tagli alle risorse necessarie al funzionamento, la sottrazione della funzione vigilanza – che, come abbiamo ripetutamente e con forza affermato, non era, non è e non sarà un problema dei soli “ispettori” ma di tutti i lavoratori – rappresenta un micidiale passo indietro.
Il provvedimento di costituzione dell’Ispettorato è la certificazione dell’assoluta mancanza di peso politico e della incapacità di incidere delle amministrazioni.
Ci chiediamo come, dopo aver avuto la “guida” di Enti strutturati ed efficienti – tanto da dirottare su quelle strutture ogni tipo di incombenza che altre amministrazioni non riescono ad affrontare – si possa, inermi, assistere al loro soffocamento ed alla sottrazione di una funzione fondamentale per l’assolvimento dei compiti istituzionali.
Ci chiediamo come a fronte di questi “capricci” della politica o di qualche (a questo punto..) molto potente “grand commis”, non minacciare le proprie dimissioni dall’incarico!
È questo il fulcro della vicenda:
tutti attaccati saldamente alle poltrone in attesa di futuri e prestigiosi incarichi.
Ai lavoratori, che hanno avuto il solo torto di credere in ciò che facevano, di credere di partecipare alla costruzione di qualcosa di importante per la collettività, invece restano i cocci da riattaccare!
Che nessuno si meravigli che noi, a fronte di questa situazione e a meno di salvifici e miracolosi nuovi provvedimenti, ci attendiamo in quegli Enti le spontanee dimissioni in massa dei C.I.V. , dei Presidenti e dei Direttori Generali !
F.to Davide Velardi – SEGRETARIO GENERALE FIALP