Intervista a Flavia De Angelis, autrice della raccolta di poesie “Cinquantacinque Respiri” pubblicata dal Gruppo Editoriale “Albatros Il Filo”

Ormai è trascorso un anno da quando gli italiani hanno affrontato il lockdown generale e hanno dovuto passare mesi rinchiusi in casa per evitare che la diffusione del virus si espandesse a macchia d’olio su tutto il territorio nazionale.

Ognuno ha trascorso i giorni di quarantena in modi diversi: c’è chi ha scoperto nuove passioni e chi, invece, ha riaperto il cassetto dei ricordi da cui sono riaffiorate le proprie predilezioni. Musica dai balconi, forme di teatro online, poesia.

Ed è proprio di poesia di cui oggi vogliamo parlare.

Abbiamo intervistato Flavia De Angelis, autrice di un libro di poesie che ha scritto durante il periodo di lockdown intitolato “Cinquantacinque Respiri” pubblicato dal Gruppo “Albatros Il Filo”che ha come filo conduttore, appunto, l’esperienza e la routine dei giorni di quarantena.

Copertina realizzata da Flavia De Angelis.

“Cinquantacinque Respiri” è la tua opera prima. Che emozioni si provano nel vedere il proprio nome su un libro che è nelle librerie di tutta Italia?

In realtà ancora devo materializzare l’idea e rendermi effettivamente conto che è stato pubblicato un libro su un qualcosa che ho realizzato io, che è venuto da me. Inoltre, è difficile realizzare sul momento perché è passato molto tempo da quando ho iniziato a scrivere fino alla realizzazione del   libro.

Raccontaci un pochino del tuo libro. Di che cosa tratta? Com’è nata l’idea di scrivere una raccolta di poesie?

L’idea di base è stata quella di seguire una routine, che mi permettesse di affrontare e superare le giornate di quarantena e di lockdown, che abbiamo passato a partire da Marzo 2020. Il libro, infatti, ripercorre cinquantacinque giorni di lockdown, e ho voluto riportare in poesia le cose che semplicemente mi capitavano in quei giorni.

Le immagini che mi si presentavano davanti agli occhi stando a casa suscitavano in me dei pensieri che poi ho riportato in poesia: poteva essere semplicemente un caffè, oppure un tramonto visto dalla finestra di casa. Fotografavo il momento e scrivevo. Chiaramente per facilitare il lettore ho voluto abbinare quell’immagine alla poesia, in modo da stimolare a chi legge lo stesso pensiero che ho provato in quel momento. 

In fin dei conti posso dire che il limite che ci è stato imposto di stare rinchiusi in casa è stato per me un’opportunità per scrivere pensieri e parole, che magari in tempi “normali” non mi sarebbero mai venuti in mente e questa opportunità vorrei condividerla con voi con una mia poesia:

“Giorno #33

Ho capito che nella noia,

se così vogliamo chiamarla,

io ci ho visto un’opportunità

di crescita, cambiamento,

rinnovamento, ritrovamento.

Quanto più pensi che la noia

sia la causa di uno stallo esterno,

tanto più accrescerà la cecità all’interno,

quanto più nel buio ci vedi l’inverno,

tanto più questo durerà in eterno.

Vedi tu puoi essere frutto del mutamento,

metamorfosi di questo momento,

puoi scegliere di essere noia o divertimento.

Ho capito che se nella noia accendi la luce

E cerchi in soffitta quello che ti piace

potrai essere pioniere della tua pace.

(poesia di Flavia De Angelis tratta dal libro “Cinquantacinque Respiri”)

Puoi spiegarci il significato del titolo “Cinquantacinque Respiri”?

Devo ammettere che i primi giorni di lockdown, sono stati alquanto duri e complicati. Ritrovarsi dall’oggi al domani rinchiusi in casa senza poter uscire è stato molto difficile per tutti. Io ho trovato il respiro, la pace, nel momento in cui scattavo le immagini e le riportavo in poesia. È stata la chiave che mi ha fatto superare la quarantena.

Ed è proprio questo che richiama la copertina del libro. Ho voluto creare come copertina un filo che richiamasse, appunto, un respiro.

Il libro è stato stampato dal Gruppo editoriale “Albatros Il Filo”. Puoi raccontarci com’è sbocciato il rapporto con il gruppo? Come si è articolato il legame tra te e i rappresentanti del gruppo durante la stesura del libro? Hai incontrato qualche difficoltà?

La difficoltà che ho avuto è stata più che altro personale. Avevo paura di mettermi in gioco. Ero molto titubante se pubblicare o meno le poesie che avevo scritto. Poi alla fine mi sono convinta e mi sono messa alla ricerca di case editrici che pubblicassero manoscritti. Dopo una lunga ricerca, anche perché non sapevo quale casa scegliere, ho inviato il mio manoscritto al Gruppo “Albatros Il Filo”. Dopo qualche mese mi hanno richiamata per darmi la notizia che avrebbero pubblicato il mio libro. Fin dall’inizio sono stati molto cordiali e devo dire che mi sono sempre interfacciata con persone disponibili e molto professionali. Non mi hanno mai vincolata nelle scelte editoriali, ma mi hanno sempre affiancata e seguita in modo impeccabile in tutte le fasi, a partire dall’editor fino alla grafica, aiutandomi nelle scelte senza modificare in modo sostanziale il progetto iniziale.

Il mio più grande timore era che non venisse capita l’opera, invece, quando ho parlato con la responsabile della casa editrice, ho capito che il messaggio era arrivato forte e chiaro.

Il progetto prevede solo la pubblicazione del libro o anche la sua promozione?

Il libro rientra nella collana “Nuove Voci” dedicata alle nuove proposte del Gruppo. Il progetto prevede non solo la pubblicazione e distribuzione del libro in tutto il territorio nazionale, ma anche la sua promozione, infatti verrà pubblicizzato in radio, TV, sui canali social.

Inoltre, il libro sarà presente anche nei più importanti saloni, come quello di Torino con la possibilità di interviste e di interventi dell’autore, anche se, purtroppo, a causa del Covid saranno molto limitati.

C’è una persona in particolare a cui hai pensato oppure a cui hai dedicato il libro?

Durante la scrittura non ho pensato a una persona nello specifico, ma alla fine ho voluto dedicare il libro a mia nonna, perché i suoi insegnamenti sono venuti a galla durante la fase di lockdown. Ho passato le mie giornate in funzione di mia nonna, scandivo i miei momenti proprio per stare con lei, in modo da farle passare il tempo nel modo più rilassato possibile. Per questo ho voluto scriverle una piccola dedica in ricordo di quei giorni.

Hai già in mente di scrivere un altro libro? Magari un romanzo…?

Ho tante piccole idee molto simili a quelle raccolte in “Cinquanta Respiri”, che però toccano altri argomenti con un file rouge diverso.

Scrivere un romanzo, invece, stiamo parlando già di un lavoro un po’ più complesso, però non mi dispiacerebbe come idea. Chissà, mai dire mai.

Vorresti dare un consiglio a chi ha come sogno nel cassetto di pubblicare un libro?

Farlo. Mettersi in gioco. Siamo sempre molto ipercritici con noi stessi. Il fatto di non avventurarsi per paura del pregiudizio degli altri è un limite che va superato. Questo vale non solo per chi vuole scrivere un libro con l’obiettivo di pubblicarlo, ma per tutti. Provare, provare, e riprovare.

di Massimiliano Gonzi