Internet: la nuova dipendenza del terzo millennio

La tecnologia e il suo incessante sviluppo, hanno catapultato l’uomo moderno attraverso una serie infinita di strategie comunicative e comportamentali che solamente qualche decennio fa, egli non osava nemmeno immaginare.

Invio di informazioni e ricezione in tempo reale, negozi virtuali, mondi digitali e paralleli, chat e forum, sono solo alcune delle possibilità grazie alle quali, il tempo trascorso davanti al monitor, è in crescente aumento percentuale.

Internet spesso ci appare come una bacchetta magica: basta digitare e tutto quello di cui abbiamo bisogno ci appare sotto gli occhi senza il minimo sforzo. Quello che molti non vedono, non percepiscono, è la sottile linea che divide il semplice uso dall’abuso della Rete e dei suoi surrogati.

La Dipendenza da Internet (Internet Addiction Disorder – I.A.D.) è quindi l’indubbio rovescio della medaglia di questo “paese delle meraviglie”: scoperta nel 1995 e classificata come una patologia che presenta sintomi identici a quelli di tossicodipendenti e alcolisti, la I.A.D. nasce e si manifesta in modalità differenti in base al profilo dei frequentatori assidui della rete.

Più semplice cadere in questa trappola virtuale per coloro che convivono già con problemi psichici, depressione, eventi di vita poco favorevoli, incapacità di relazionarsi e disturbi del comportamento. Per tutte queste categorie di persone, ma anche per coloro che sembrano immuni a questo problema, Internet appare come un rifugio perfetto, come la possibilità di idealizzarsi e idealizzare gli altri, come una maschera dietro la quale emozioni e volontà vengono metodicamente modificate e controllate.

Le dipendenze scoperte dai ricercatori negli ultimi anni possono racchiudersi in cinque categorie principali:

  • Dipendenza ciber-sessuale: riguarda ogni attività a sfondo sessuale che è possibile attuare in rete mediante chat, forum e posta elettronica.
  • Dipendenza da gioco d’azzardo online: va ad implementare il già noto disturbo dei giocatori incalliti che ora, grazie alla rete, vedono aprirsi infinite modalità di gioco virtuali: casinò, siti per scommesse, aste online (Ebay).
  • Dipendenza da GdR (Giochi di Ruolo): possibilità di interagire con più persone contemporaneamente, calandosi nelle vesti di un personaggio immaginario che regala ai giocatori una sensazione di onnipotenza, celata dietro un’identità costruita e improbabile.
  • Dipendenza da relazioni virtuali: alcuni soggetti affetti da I.A.D. hanno una forte spinta a stabilire relazioni virtuali attraverso chat, forum e l’ormai onnipresente uso di sistemi di messaggistica istantanea come Messenger. Il discorso è sempre lo stesso: spesso ci si crea una falsa identità, si idealizzano le persone con cui si stabilisce una stretta e morbosa relazione, si tende ad evitare incontri reali per non perdere l’immagine che tanto faticosamente ci si è costruiti.
  • Dipendenza da eccesso di informazioni meglio conosciuta come sovraccarico cognitivo: le persone affette da questo tipo di Internet dipendenza, sono perennemente alla ricerca di notizie, spesso di dubbia utilità, perdendosi tra i vari link (collegamenti) senza riuscire più a liberarsi dell’infinita spirale informativa della rete.

Il problema non è affatto remoto o circoscritto come si potrebbe pensare: in Cina (dove vengono stimati circa 2,5 milioni di web- dipendenti e dove la cronaca nera riporta sempre più morti causate dal web), il governo ha vietato l’apertura di nuovi internet caffè ed è stata creata nel 2005 un’apposita clinica per curare la web-dipendenza tra i giovani afflitti dalla nuova droga del XXI millennio.

A dimostrazione che il problema non riguarda solo uno spicchio di mondo, anche l’Ospedale Universitario di Ginevra, da sempre all’avanguardia per il trattamento delle dipendenze, ha istituito un centro specializzato nella disintossicazione dalla I.A.D.

Attenzione, dunque, alle ore che si passano davanti allo schermo e ai primi sintomi di dipendenza: spesso basta spegnere tutto in tempo e dedicarsi alla propria vita reale, invece che a quella virtuale.