Il ruolo internazionale dell’Euro

È scomparso, il 5 aprile 2021, nella sua casa di Santa Colomba, nel comune di Monteriggioni (Siena), dove aveva scelto di vivere da molti anni,  Robert A. Mundell, premio Nobel per l’economia il cui pensiero ha dato un contributo fondamentale alla nascita dell’Euro. Anche se il suo pensiero aveva contribuito in maniera sostanziale alla nascita dell’Euro, la sua tesi pratica era che le condizioni ottimali per una fusione delle valute in Europa non esistevano, per tale motivo veniva annoverato tra gli ‘euroscettici’.

Nel corso della sua esistenza, l’euro è diventato un emblema positivo dell’unità, dell’integrazione e della forza economica dell’Europa, e del suo status a livello globale, convertendosi in un canale per la diffusione dei valori europei di democrazia, libero mercato e cooperazione internazionale.

Nonostante le dimensioni economiche della zona euro e la sua influenza sul commercio mondiale, l’euro si trova in una posizione di netta inferiorità rispetto al dollaro statunitense in termini di utilizzo come valuta di riserva internazionale e valuta di fatturazione, nonché per quanto riguarda la percentuale di operazioni di cambio internazionali e titoli di debito, mentre si trova quasi alla pari con il dollaro in relazione alla percentuale di pagamenti internazionali. L’euro resta la seconda valuta più importante nel sistema monetario internazionale.

La natura irreversibile della moneta unica ha messo in evidenza che l’euro non è soltanto un progetto monetario ma anche politico.

Il rafforzamento del ruolo internazionale dell’euro potrebbe contribuire all’autonomia strategica dell’Unione e a rafforzarla. Azioni volte sia alla definizione che all’attuazione di misure politiche che promuovano il ruolo internazionale dell’euro e favoriscano i cambiamenti determinati dai mercati in tale direzione, possono consolidare al contempo il funzionamento e la coesione della zona euro internamente e promuovere il conseguimento di importanti obiettivi in materia di clima e di sostenibilità.

Al Vertice euro dell’11 dicembre 2020 fu chiesto formalmente all’Eurogruppo di elaborare un piano di lavoro graduale e con scadenze precise per tutti gli aspetti ancora in sospeso, necessari per completare l’unione bancaria che non possiede ancora un regime di assicurazione dei depositi e un meccanismo che garantisca la fornitura di liquidità a una banca in risoluzione. Il completamento dell’unione bancaria, in particolare l’istituzione di un sistema ben congegnato che garantisca e protegga i depositi bancari nell’UE, e l’elaborazione di un meccanismo di gestione delle banche in dissesto, possono rafforzare il ruolo internazionale dell’euro.

Un ruolo più prominente dell’euro a livello internazionale potrebbe rafforzare la resilienza del sistema finanziario internazionale, offrendo una maggiore scelta ai partecipanti al mercato in tutto il mondo e rendendo l’economia internazionale meno vulnerabile agli shock dovuti alla forte dipendenza di molti settori da un’unica valuta. La promozione del ruolo internazionale dell’euro potrebbe diventare un fattore cruciale per creare le basi per la rivitalizzazione del sistema monetario internazionale, che continua a fare affidamento su un numero limitato di valute, rendendolo più equilibrato e sostenibile.

Il rafforzamento del ruolo internazionale dell’euro a livello di valuta internazionale di riserva e di fatturazione e del suo utilizzo nei mercati dei cambi, del debito internazionale e dei prestiti può generare benefici sia a breve che a lungo termine. Ciò comporta altresì rischi e responsabilità, che devono essere presi in considerazione nel processo di integrazione delle forze di mercato con le misure politiche. In particolare, un rafforzamento dello status di valuta internazionale dell’euro può aumentare l’uso dell’euro come valuta di riserva, fornire un privilegio esorbitante e abbassare i costi di finanziamento esterno e di transazione per i cambi di valuta, nonché ridurre i costi e i rischi sostenuti dalle imprese e dalle famiglie europee. Un euro più forte a livello internazionale creerà gradualmente mercati finanziari europei più profondi, liquidi e integrati, rendendoli meno vulnerabili agli shock dei tassi di cambio, il che garantirebbe un accesso più affidabile ai finanziamenti per le imprese e i governi europei. Un rafforzamento dello status di valuta internazionale dell’euro potrebbe, inoltre, rafforzare l’autonomia della politica monetaria, rafforzarne la trasmissione globale e rendere la politica monetaria dell’UE meno dipendente dalle esternalità economiche e finanziarie, nonché migliorare la liquidità del sistema monetario, riducendo i costi commerciali e migliorando l’efficienza del mercato e la resilienza della zona euro agli shock finanziari, il che a sua volta contribuirebbe alla stabilità monetaria e finanziaria dell’UE, oltre a fornire un agevole adeguamento degli squilibri macroeconomici. L’UE, con un euro forte a livello internazionale, potrebbe meglio definire la propria posizione politica indipendentemente dagli sviluppi globali. Tuttavia, alcuni studi evidenziano che un ruolo internazionale più forte di una valuta potrebbe portare a perdite di signoraggio, sopravvalutazione valutaria, maggiore volatilità dei flussi di capitale in periodi di tensione globale e maggiori responsabilità internazionali. Si evidenzia, quindi, la necessità di politiche strutturali in materia economica, di bilancio e di produttività, in grado di favorire la crescita e che siano sostenibili, eque e solide, sia a livello dell’UE che degli Stati membri, e si basino su un impegno in favore di norme fiscali credibili per mantenere la stabilità e integrità dell’euro. A tale proposito, va menzionato il piano delineato nel pacchetto per la ripresa Next Generation EU volto a utilizzare uno stimolo di bilancio, in particolare l’assunzione di prestiti obbligazionari per 750 miliardi di EUR provenienti dai mercati dei capitali per finanziare la ripresa dalla pandemia di COVID-19 e sostenere la transizione verde e digitale. Il fondo per la ripresa e la resilienza Next Generation EU può migliorare il funzionamento del mercato del debito sovrano, attualmente frammentato, agevolare il completamento dell’unione bancaria e sostenere i progressi verso l’unione dei mercati dei capitali.

di Carlo Marino

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