Il contratto degli enti pubblici non economici

Per fare fronte ai maggiori oneri contrattuali del biennio 2006-2007 relativi all’anno 2007, derivanti dall’applicazione degli accordi ed intese intervenute in materia di pubblico impiego nell’anno 2007, è autorizzata, in aggiunta a quanto previsto dall’art 1, commi 546 549, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, una spesa massima di 1000 milioni di euro lordi, per la retrodatazione degli incrementi di stipendio per i quali gli atti negoziali indicati nei commi 2 e 3 hanno previsto decorrenze successive al 1° febbraio 2007.”

Così recita il primo comma dell’art. 15 del DL 159/07, varato dal Governo il primo di ottobre u.s. e i risultati si evincono dalla tabella che segue.

Tabella degli arretrati in conseguenza del D.L. 159/07

Posizione Aumento
dal
1.1.2006
Arretrati
1.1.2006
1.1.2007
(13 mesi)
Aumento
gennaio
2007
Aumento
dal
1.2.2007
Arretrati
1.2.2007
1.10.2007
(8 mesi)
Totale
lordo
NETTO
(aliquota
irpef 27%)
A1 7,70 100,10 35,80 76,19 609,52 745,42 487,67
A2 8,00 104,00 37,10 78,93 631,44 772,54 505,42
A3 8,16 106,08 37,83 80,46 643,68 787,59 515,26
B1 8,56 111,28 39,76 84,62 676,69 828,00 541,70
B2 9,10 118,30 41,76 91,01 728,08 888,14 581,04
B3 9,65 125,45 44,54 94,94 759,52 929,51 608,11
C1 9,93 129,09 45,87 97,67 781,36 956,32 625,65
C2 10,29 133,77 47,42 101,09 808,72 989,91 647,62
C3 10,87 141,31 50,14 106,78 854,24 1.045,69 684,12
C4 11,95 155,35 55,02 117,28 938,24 1.148,61 751,45
C5 12,72 165,36 58,60 124,80 998,40 1.222,36 799,70
Dir. Div. 13,79 179,27 64,08 136,41 1.091,28 1.334,63 837,15
Isp. Gen. 14,84 192,92 68,96 146,77 1.174,16 1.436,04 939,49

Siate dunque contente genti parastatali!

Il Governo pensa a voi, e si preoccupa perfino, ultra petitum, di scavalcare i contenuti dell’accordo contrattuale sottoscritti in via definitiva proprio lo stesso giorno, all’ARAN, da CGIL CISL UIL.

Coincidenze? Può darsi.

Un bonus tra un tesoretto e l’altro dell’extra gettito, come sussurra qualche mala lingua, destinato ad agevolare la competizione RSU a qualche sigla sindacale?

Ragionevolmente, mi sembrano fantasie in libertà.

Sta di fatto che si tratta dell’ennesimo intervento extracontrattuale, anche se, questa volta, a vantaggio della categoria.

Eppure la cosa continua a piacermi poco, perché, pur dando per scontata la volubilità governativa, non riesco a spiegarmi come mai i “mille milioni” in questione non fossero già disponibili il primo di agosto, data della sottoscrizione della preintesa del CCNL, quando le parti contraenti avrebbero potuto stabilire di disporne diversamente o attribuirsi il vanto di aver strappato alla controparte qualcosa in più.

Non mi pare, in tutta schiettezza, che il Governo abbia reso un buon servizio alle organizzazioni sindacali che, in quella sede, hanno ritenuto di sottoscrivere un contratto piuttosto stitico dal punto di vista economico e non certo esaltante da quello normativo, sotto la malcelata e sospetta precipitazione di una controparte decisa a chiudere in tempi ristrettissimi.

Sta di fatto, che il contratto in questione, sottoscritto maggioritariamente da CGIL, CISL e UIL, avrà applicazione erga omnes e costringerà inevitabilmente anche i non sottoscrittori a digerirlo, perché la normativa vigente, molto poco democraticamente, esclude dalla contrattazione integrativa la minoranza dissenziente, messa fuori del gioco ancorché ne debba subire le conseguenze.

Allora diciamolo chiaramente!

Questo contratto non ci piace, ma con questo contratto dovremo fare i conti in sede applicativa.

Quindi siamo purtroppo costretti a sottoscriverlo, additandone tutte le storture, nella consapevolezza di poter tentare di correggerne in fase applicativa difetti e iniquità.

Una firma per assicurare la difesa degli interessi dei nostri iscritti.

Una firma come provocazione contro un sistema orientato a soffocare il dissenso.

Una firma per non lasciare estinguere una voce libera ed indipendente: quella del nostro sindacato autonomo deciso a confrontarsi fino in fondo per far esplodere le contraddizioni di una strategia che vorrebbe ridurlo al silenzio.

Questo, in tutta sostanza, quello che ha chiesto la maggioranza degli iscritti.