Il Ciliegio del mio nemico: un racconto dello scrittore cinese di Taiwan, Ting-Kuo Wang

Ting-Kuo Wang (王定國 – 1955) è uno scrittore nato a Taipei, Taiwan ed ha cominciato a scrivere racconti fin dall’adolescenza. Il ciliegio del mio nemico, pubblicato in Italia per i tipi di Neri Pozza nel 2018, è il suo primo romanzo.

L’autore ha lavorato in diversi campi come la progettazione di edifici e la pubblicità prima di dedicarsi professionalmente alla letteratura. I suoi primi scritti erano incentrati sulla natura e sulla giovinezza, ma verso i vent’anni la sua scrittura prese una svolta decisamente più consapevole, e come scrittore cominciò a fare dei reportage e a descrivere attraverso la narrativa la situazione degli oppressi nella società. Dopo aver smesso di scrivere per molti anni mentre metteva in piedi la propria azienda, nel 2013 è tornato a riscuotere grande successo con una serie di libri tra cui So Hot, So Cold e Who Blinked in the Dark. Il suo ultimo romanzo Il Ciliegio del mio nemico ha vinto numerosi premi.

Il ciliegio del mio nemico (敌人的樱花 Dírén de yīnghuā, 2015) può essere segnalato come una gemma della letteratura cinese contemporanea. Il racconto ha il dono prezioso di trasportare il lettore in un mondo antico e rarefatto, una sorta di floating world, pur essendo una storia del tempo presente, in cui gestualità, etichetta, ogni accadimento si fa ricercato e unico. È la storia di un amore perduto, quello del protagonista (narratore in prima persona della storia di cui non conosceremo mai il nome) e della moglie Qiuzi.

Un giorno, un alto dirigente di banca, Luo Yiming, uscito dalla sua dimora in stile giapponese, dopo aver attraversato il giardino con il ciliegio in fiore percorre in bicicletta la distanza che lo separa da un caffè ai margini della cittadina dove abita.

In quel momento è l’unico cliente del locale e, dopo un po’, quello stesso rispettabile pensionato ne esce come un giocatore disperato dopo aver perso tutto. Dopo essere tornato a casa si ammala e, a detta di tutti, quell’improvvisa malattia ha un solo colpevole: lo stesso proprietario del locale. L’incontro, però, è stato fatale anche per quest’ultimo che, come un automa, dopo averlo servito, ha abbandonato in fretta il locale pur di non interloquire con l’avventore né vederlo pagare il conto.

Il libro, scritto con grande talento, è la struggente storia di un amore perduto e dell’impossibilità di opporsi al destino. «Ci vogliono molti anni per capire che cosa, del dolore e della felicità che abbiamo attraversato, sia il caso di trattenere o dimenticare» – scrive Ting-Kuo Wang.

di Carlo Marino