I dati costituiscono il nuovo potere della Sovranità di uno Stato

Il possesso dei dati è considerato il nuovo potere necessario a rendere sovrano uno Stato. A causa della rapida evoluzione dello scenario tecnologico si è creata un nuova prospettiva delle dinamiche tra governi e attori privati. Alcuni governi hanno sfruttato maggiormente le tecnologie come i big data, il 5G, l’intelligenza artificiale e l’informatica quantistica e hanno già raggiunto la leadership strategica rispetto ad altri paesi.

Le tecnologie emergenti stanno dimostrando sempre più il loro impatto decisivo sugli ecosistemi sia geopolitici che economici. Investimenti maggiori in tecnologie quali il 5G e l’intelligenza artificiale genereranno miliardi di profitti per aziende private e governi, con ripercussioni inattese sull’occupazione.

È probabile che il 5G genererà 13 trilioni di dollari di valore economico globale e 22 milioni di posti di lavoro entro il 2035, mentre si stima che il mercato globale dell’intelligenza artificiale raggiungerà i 15 trilioni di dollari entro il 2030. Tali cifre stanno spingendo i governi dei paesi più avanzati a impegnarsi in una corsa per la leadership tecnologica. L’adozione di ogni mezzo possibile per raggiungere tecnologie innovative e progetti avanzati è già diventato uno dei principali obiettivi della nuova strategia degli Stati.

Stati Uniti, Cina, Corea del Sud e Israele sono alcuni dei Paesi che stanno investendo sempre di più in queste tecnologie. Tali investimenti risultano, in maniera inconfondibile, essere parte di una strategia volta a far diventare questi paesi sempre più competitivi e dinamici, attraverso economie basate sulla conoscenza tecnologica avanzata, attraverso la quale  imporre i propri standard e sfruttare le possibili opportunità di crescita delle loro aziende private.

I progressi raggiunti nelle tecnologie più avanzate stanno già ampliando il divario tra gli Stati. I Paesi dell’Africa e del Sudamerica sono in evidente ritardo e subiranno l’egemonia di quegli Stati che hanno investito massimamente nelle nuove tecnologie. Il rischio per i paesi arretrati è che essi non avranno alcuna possibilità di scegliere tra tali tecnologie e non saranno in grado di gestire le grandi quantità di dati che genereranno.

I principali attori del panorama tecnologico sono le aziende private cosiddette “big tech”. Tali organizzazioni stanno investendo sempre più nella ricerca in tecnologie “dirompenti”, che potrebbero influenzare le nuove conoscenze, l’accesso al mercato globale e le tendenze degli investimenti.

Se osserviamo le maggiori capitalizzazioni di mercato del mondo, possiamo scoprire che giganti della tecnologia come Apple, Amazon, Microsoft, Alphabet e Facebook stanno monopolizzando il mercato da diversi anni.

Il trattamento dei dati personali e di altri dati in una società moderna è il motivo per cui i giganti della tecnologia sono ormai attori geopolitici e sono diventati di fatto stakeholder globali. In passato, la geopolitica era governata dal petrolio e dal gas naturale e la maggior parte delle organizzazioni del settore privato aveva poca influenza sull’economia globale. Oggi, al contrario, le nuove armi ad alta tecnologia contribuiscono effettivamente all’assetto economico, sociale e geopolitico influendo anche sui modelli di sviluppo.

Le strategie di queste aziende hanno già un impatto sulla geopolitica e influenzano gli investimenti dei governi nelle tecnologie facendo da apripista per l’ulteriore processo di innovazione.

Inoltre, i colossi della tecnologia sono in prima linea nella ricerca sull’Intelligenza Artificiale, a tal punto che il loro potere tecnologico è in grado di superare gli investimenti di qualsiasi istituto di ricerca governativo.

Il comportamento delle aziende ad alto contenuto tecnologico è messo in discussione da molti sostenitori della privacy e da rappresentanti del governo, perché detengono il nuovo potere politico e le loro operazioni hanno un’enorme influenza geopolitica.

Negli ultimi anni, il governo degli Stati Uniti non ha spinto per il controllo normativo sulle attività dei colossi tecnologici statunitensi, ma con l’ascesa delle aziende tecnologiche cinesi, a partire dall’amministrazione Trump, le cose sono cambiate. Il governo degli Stati Uniti sta ora rivedendo la propria posizione, temendo il potere di mercato dei colossi tecnologici, soprattutto cinesi.

I dati sono la risorsa chiave di una società tecnologica ed è fondamentale regolamentare il modo in cui essi vengono raccolti, archiviati, trasferiti e utilizzati a livello internazionale. Oggi la sovranità degli stati dipende dalla loro capacità di controllare la governance dei dati su scala globale. Purtroppo, i processi decisionali e regolamentari degli Stati sono più lenti dell’evoluzione tecnologica.

Il trasferimento dell’influenza geopolitica nel settore privato sta dando luogo a risposte da parte dei governi. Alcuni governi stanno aumentando la loro collaborazione con aziende private, coinvolgendo i giganti della tecnologia in nuovi accordi miliardari per la fornitura di servizi strategici. Alcune Big Tech, per esempio, sono state coinvolte nella fornitura di servizi cloud per le forze armate statunitensi. Un approccio diverso, guidato dalla Cina, è consistito invece nel prendere il controllo diretto dei giganti della tecnologia, attraverso la proprietà da parte del governo delle azioni delle stesse società.

Tali approcci stanno influenzando le sinergie globali e le relazioni internazionali, mentre l’interferenza dei governi sulle società private ha portato anche al divieto, da parte di molti paesi occidentali, dell’utilizzo delle apparecchiature 5G prodotte in Cina.

Il potere dei giganti della tecnologia continuerà ad aumentare insieme alla loro influenza sulla politica e sull’economia globali e una nuova classe politica, che coinvolgerà esperti di tecnologie emergenti e rappresentanti dei giganti della tecnologia, dovrebbe affacciarsi sulla scena globale.

di Carlo Marino